Roma – Combattere la povertà energetica attraverso la transizione verde. I deputati delle commissioni Bilancio e Affari economici dell’Europarlamento hanno approvato ieri (25 ottobre) una risoluzione per costruire il mandato dell’Europarlamento sul RepowerEu, il piano presentato a maggio dalla Commissione europea per affrancarsi dall’energia importata dalla Russia. L’atto di indirizzo sarà discusso dall’intera plenaria del Parlamento europeo durante la prima sessione plenaria di novembre e il voto servirà a spianare la strada alla costruzione del mandato dell’Europarlamento per negoziare con i governi al Consiglio Ue.
Presentando il piano di indipendenza energetica dalla Russia, Bruxelles ha dato ai governi la possibilità di modificare il loro piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con un capitolo aggiuntivo dedicato agli obiettivi del REPowerEu, per risparmiare energia, produrre energia pulita e diversificare gli approvvigionamenti energetici. Ma rispetto alla proposta della Commissione europea, gli eurodeputati insistono sull’idea di introdurre nel capitolo aggiuntivo misure “per ridurre le vulnerabilità energetiche” che potrebbero influire sulle prossime stagioni invernali a causa della guerra di Russia in Ucraina, nonché dare priorità agli investimenti per affrontare la povertà energetica per le famiglie vulnerabili, le PMI e le microimprese.
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Dopo l’accordo raggiunto dai ministri al Consiglio Ecofin a inizio ottobre, ora anche l’Europarlamento punta a definire come dovrebbe essere finanziato il piano per il quale Bruxelles stima come necessari almeno 300 miliardi di euro. I 20 miliardi di euro di sovvenzioni (gli unici soldi veramente freschi del piano) che la Commissione propone di prendere dalla riserva di stabilità del mercato dell’Ets, il mercato europeo del carbonio, per l’Europarlamento dovrebbero essere prelevate dalla precedente vendita all’asta di quote di emissioni nazionali nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE. I deputati chiedono inoltre alla Commissione europea di identificare ulteriori fonti per integrare il finanziamento delle azioni REPowerEU, anche fornendo la flessibilità per utilizzare i fondi strutturali non spesi, in particolare dal periodo 2014-2020, come di recente proposto dalla Commissione europea. Propongono che queste sovvenzioni aggiuntive siano distribuite agli Stati membri tenendo conto del loro tasso di dipendenza energetica, dell’aumento dei costi energetici per le famiglie e della quota dei combustibili fossili nel consumo interno lordo di energia.
Nella sua proposta, Bruxelles ha proposto di derogare al principio del ‘non arrecare un danno significativo all’ambiente’ in ragione della necessità di costruire nuove infrastrutture per il passaggio e il trasporto del gas e del petrolio, in alternativa alle vie che collegano l’Europa al fornitore russo. Oleodotti e gasdotti che possano sostenere gli Stati membri nella diversificazione dei fornitori di risorse energetiche e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, mentre limitano le importazioni energetiche dalla Russia. Per la valutazione dello stesso capitolo aggiuntivo del PNRR Bruxelles “mette in pausa” anche il target previsto per la transizione digitale. Gli eurodeputati, invece, insistono perché il principio del “non arrecare danno significativo” sia applicato come su tutti gli altri capitoli, anche sul REPowerEU.