Bruxelles – Un bilaterale con il commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, e un incontro con gli omologhi di Francia, Spagna, Austria e Polonia. Al suo esordio a Bruxelles in veste ufficiale, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida è tornato a ribadire il ‘no’ secco dell’Italia al Nutriscore, il sistema di etichettatura francese a semaforo che divide l’Europa. Agli omologhi europei e in particolare al commissario Wojciechowski il ministro ha ribadito che l’Italia considera il Nutriscore uno “strumento fuorviante rispetto agli obiettivi che si pone”, e la necessità di “preservare un modello agricolo che si è consolidato nel tempo”.
Pur non avendo ricevuto “posizioni ufficiali” il ministro ha riferito che “la nostra sensazione è che tutti abbiano la consapevolezza che questo non può essere uno strumento, così come è stato descritto, che garantisca appieno il consumatore finale e sia davvero e oggettivamente utile all’economia di questa nostra Europa”. La questione è stata posta a tutti “ed entreremo sul piano tecnico”, ha assicurato Lollobrigida, cercando di proporre un lavoro di informazione al consumatore finale che “sia più approfondito e che lo metta in condizione di sapere quello che mangia, ma che non sia, invece, uno strumento che tende ad avvantaggiare alcuni modelli o alcune aziende rispetto all’interesse della difesa del consumatore”. Ha concluso sottolineando che “più informazioni” sono necessarie ma “un freddo spettro di colori” come il Nutriscore “non porta da nessuna parte” ma anzi, rischia di essere pericoloso perché fuorviante.
Sulla questione Nutriscore il governo Meloni si pone in perfetta continuità con tutti gli esecutivi che l’hanno preceduto. Il Nutriscore è un sistema di valutazione che va dalla “A”, di colore verde, alla “E”, di colore rosso, che è stato inventato in Francia ma è stato adottato anche in Belgio, in Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, mentre in Spagna è in fase di approvazione. Il sistema a colori non piace all’Italia e continua a ribadirlo dal momento che la Commissione Europea dovrà proporre nei prossimi mesi un sistema di etichettatura armonizzato e comune a livello europeo, nel quadro della strategia per la filiera agroalimentare sostenibile ‘Farm to Fork’. La proposta doveva arrivare entro la fine del 2022, ma è slittata e per ora non è prevista prima del secondo trimestre del 2023.
Attorno alla battaglia ci sono essenzialmente due schieramenti. Da un lato, una coalizione di 7 paesi (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera) che ha annunciato l’istituzione di un meccanismo di coordinamento per facilitare l’adozione a livello europeo del Nutriscore. Dall’altro lato, si pone una coalizione guidata dall’Italia, che comprende Paesi come Repubblica Ceca, Grecia e Romania ma che il governo di Roma sta cercando di allargare. Il Nutriscore penalizza, a detta di questi Paesi, prodotti mediterranei come l’olio d’oliva, il parmigiano o il prosciutto vengono penalizzati con un colore che rispecchia un voto basso, come ‘C’ o ‘D’. Lollobrigida ha poi sottolineato di essere arrivato a Bruxelles in qualità di ministro italiano e quindi “vengo qui a rappresentare e difendere gli interessi dell’Europa, ma gli interessi dell’Italia in Europa”. Durante gli incontri “abbiamo potuto puntualizzare quali sono gli interessi dell’Italia nell’ambito dello sviluppo delle politiche agricole in Europa, che permetteranno senza dubbio di perseguire una politica sostenibile ma che sia anche compatibile con le attività produttive, con la ricerca e la valorizzazione di un settore che noi consideriamo strategico, quello agricolo e quello della pesca”, ha concluso.
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