Bruxelles – Si scaglia contro la Commissione Europea l’ex-presidente di Confindustria e amministratore delegato di Seda International Packaging Group, Antonio D’Amato, commentando la proposta di regolamento presentata ieri (mercoledì 30 novembre) nel quadro del pacchetto sull’economia circolare, per modificare la direttiva attualmente in vigore sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi. “È un provvedimento caratterizzato da una visione profondamente demagogica e dirigista“, ha attaccato in una durissima intervista concessa a Il Messaggero.
Il primo punto di criticità evidenziato da D’Amato riguarda il fatto che la proposta penalizzerebbe gli imballaggi riciclabili a favore di prodotti riutilizzabili o della loro eliminazione completa: “La Commissione nega tutte le evidenze scientifiche sul migliore impatto ambientale del packaging monouso riciclabile“. L’obiettivo fissato da Bruxelles per i 27 Stati membri è quello di una riduzione dei rifiuti di imballaggio pro capite del 5 per cento entro il 2030 e del 15 per cento entro il 2040 rispetto ai livelli del 2018. Ma l’ex-presidente di Confindustria si dice “fortemente preoccupato” sia per l’ambiente sia per la salute dei cittadini.
Secondo D’Amato la strada scelta dalla Commissione implicherebbe un impatto maggiore sull’ambiente in termini di emissioni e consumi di acqua, dal momento in cui il riuso “comporta un aumento importante di emissioni di CO2 e quadruplica il consumo d’acqua“, in particolare nel settore della ristorazione: “Si finisce per mettere a rischio la sicurezza del consumare, la conservazione dell’alimento e la sua tracciabilità”, ha continuato l’ad di Seda International Packaging Group.
Si teme per la filiera produttiva europea – che conta 800 mila imprese e 7 milioni di lavoratori occupati – ma soprattutto per quella italiana, che si posiziona come “prima della classe”. Nell’intervista a Il Messaggero D’Amato ha voluto sottolineare che già lo scorso anno l’Italia ha superato il target del 65 per cento del riciclo degli imballaggi (obiettivo Ue al 2025), senza risparmiare un nuovo affondo al gabinetto von der Leyen: “La logica del provvedimento sembra ispirato ai principi della de-industrializzazione e della decrescita felice”, ma non terrebbe conto del “sistema d’eccellenza italiano, che negli anni ha sempre innovato“.
Contro l’iniziativa della Commissione che “introduce disposizioni che colpiscono e indeboliscono tutte le filiere produttive”, per l’imprenditore napoletano la soluzione ora andrebbe cercata puntando sia su Roma (“l’impianto del testo deve essere messo radicalmente in discussione“), ma anche su Bruxelles: “Mi auguro che l’iter e il dibattito che si svolgeranno al Parlamento Europeo siano l’occasione per una saggia riflessione”.