Bruxelles – Protezionismo strisciante. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, definisce in questi termini l’Inflation Reduction Act (Ira), il massiccio piano lanciato in agosto dall’amministrazione statunitense per quasi 369 miliardi di dollari di investimenti nelle tecnologie verdi prodotte e vendute nel Paese, che Bruxelles teme possa svantaggiare le imprese europee. “Da un lato, uno sforzo per conciliare transizione energetica e sicurezza energetica e, dall’altro, un segno di protezionismo strisciante”, ha accusato la numero uno dell’Eurocamera nel corso del tradizionale discorso pronunciato dal presidente del Parlamento europeo che dà il via ai lavori del Consiglio europeo in corso oggi (15 dicembre) a Bruxelles.
Un’agenda fitta di temi, ma nessuna decisione di spessore attesa per l’ultimo vertice europeo dell’anno, oltre che il primo per Giorgia Meloni da premier dell’Italia. I leader dell’Ue si confronteranno per la prima volta sull’idea lanciata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di mettere a punto nel corso dei prossimi mesi una strategia di risposta all’Ira statunitense: da una parte, la creazione di un Fondo di sovranità europeo con cui finanziare un politica industriale dell’Ue, che sia comune e indipendente, e affrontare così il problema dell’asimmetria tra Paesi Ue che hanno o non hanno spazio fiscale per approvare gli aiuti di stato (l’Italia, ad esempio non ce l’ha perché significherebbe aumentare il debito); dall’altro, un nuovo quadro europeo degli aiuti di stato che dovrebbe arrivare già a gennaio per dar modo agli Stati membri di sostenere le imprese nella transizione e nello sviluppo di tecnologie verdi.
Anche per Metsola la legge statunitense “discrimina apertamente i veicoli elettrici prodotti nell’UE e complica la cooperazione transatlantica per quanto riguarda i minerali critici e la produzione di batterie”, ha messo in guardia. La presidente dell’Eurocamera ha insistito sul fatto che la “lotta al cambiamento climatico dovrebbe essere fatta insieme”, da Stati Uniti e Unione europea. E non a spese della base industriale dell’altro. Si è detta poi incoraggiata “dai segnali positivi giunti dalla terza riunione ministeriale del Consiglio per il commercio e la tecnologia”, in cui le due parti sono riuscite “a portare avanti la conversazione”. Metsola ha ricordato che l’Ue chiede “equità, niente di più. L’Ue sovvenziona anche i produttori di auto elettriche, ma noi non discriminiamo. Ci aspettiamo lo stesso dagli Stati Uniti in cambio”. Per la presidente del Parlamento europeo si dovrebbe dar vita a una piattaforma per assicurare una leadership forte Ue-Usa nell’azione per il clima, per l’energia e la sicurezza. Una cosa è chiara, non è il tempo di una guerra commerciale con i nostri alleati”, ha detto.
E’ entrata quindi nel merito delle altre questioni sul tavolo dei capi di stato e governo, dalla crisi energetica a quella economica. “La crescita in Unione europea verrà anche dalla riforma del nostro mercato dell’energia. Dobbiamo renderlo a prova di futuro, insieme, farlo funzionare, altrimenti continueremo a superarci a vicenda”, ha detto, ricordando che la revisione del mercato elettrico europeo è prevista per l’inizio del prossimo anno. “Posso dirvi che il Parlamento è pronto a fornire input per aiutarci a costruire insieme la nostra resilienza energetica”. Metsola è stata dura anche nel rivolgere alla Commissione europea l’accusa di voler escludere il Parlamento europeo dalle principali decisioni che riguardano il tema energetico. “La velocità ed efficacia con cui si è mosso il Parlamento europeo su molte iniziative legislative, come l’accordo sul riempimento degli stoccaggi di gas, non giustifica la necessità di ricorrere all’articolo 122 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, ha avvertito Metsola in conferenza stampa dopo il confronto con i leader. Tanto “più si protrae la crisi energetica, tanto meno giustificato è l’uso dell’articolo 122 come base giuridica per l’azione. La maggior parte delle proposte della Commissione ha un impatto sistemico – che è ciò di cui abbiamo bisogno – Ma il Parlamento deve essere coinvolto”.
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