Bruxelles – Meta ha violato le regole Ue “distorcendo la concorrenza nei mercati degli annunci economici online”. E’ la conclusione a cui è giunta la Commissione europea, che ha notificato all’azienda di Mark Zuckerberg delle pratiche finite sotto le luci dei riflettori e considerate lesive delle normative del mercato unico. Nello specifico l’esecutivo comunitario contesta a Meta il suo servizio di annunci economici online, Facebook Marketplace, legato al suo social network personale, Facebook. Si ravvede, nello specifico, una situazione per cui Meta “stia imponendo condizioni commerciali sleali ai concorrenti di Facebook Marketplace a proprio vantaggio”.
Ancora non c’è alcun tipo di decisione. La compagnia è stata informata, e l’esecutivo comunitario ha avviato contatti preliminari al fine di evitare il ricorso a multe. “La nostra preoccupazione preliminare” dei servizi Antitrust a dodici stelle, rileva la commissaria responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, è quella di un abuso di posizione dominante. “Significa che gli utenti di Facebook non hanno altra scelta che avere accesso al Marketplace di Facebook”.
Ma c’è di più. Vestager ammette che Meta possa aver “imposto condizioni commerciali sleali, consentendole di utilizzare i dati sui servizi di annunci classificati online concorrenti”. Per cui ora si avvierà un’indagine più approfondita. “Se confermate, le pratiche di Meta sarebbero illegali secondo le nostre regole sulla concorrenza”. In quel caso la Commissione europea potrebbe comminare una sanzione fino al 10 per cento del fatturato mondiale annuo della società.
Bruxelles ha aperto il dossier su Meta a giugno 2021. Adesso viene notificata la comunicazione di obiezione, passo formale nelle verifiche per cui Vestager e i suoi servizi si prenderanno tutti i tempi del caso, variabile. Non ci sono scadenze precise per chiudere una procedura di verifica, e si avvia un nuovo confronto con l’azienda a stelle e strisce.
Commissione europea e Meta hanno già avuto in passato un braccio di ferro per l’utilizzo dei dati personali., a marzo di quest’anno la stessa Meta è stata oggetto di critiche per presunti accordi segreti a danni di editori e inserzionisti.