Bruxelles – La battaglia che non ti aspetti. O meglio, dal gruppo politico che non ti aspetti. Perché Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia che ha sostituito nel parlamento europeo l’attuale ministro degli Esteri Antonio Tajani, la sua posizione sui diritti lgbtq+ l’ha cambiata già da tempo, da quando prese le difese del ddl Zan nel giugno del 2021. Ma che, come membro del centro-destra italiano e del Partito Popolare Europeo, si impunti sulle regole europee di definizione dell’identità di genere per il rilascio del passaporto diplomatico, è come un fulmine a ciel sereno.
Mussolini, che evidentemente durante i suoi precedenti mandati da eurodeputata (2004-2008 e 2014-2019) non aveva maturato la stessa sensibilità sul tema, ieri (6 febbraio) si è recata all’ufficio del Parlamento Ue dedicato al rilascio dei lasciapassare diplomatici, documento di viaggio emesso a funzionari e membri delle istituzioni europee, che garantisce la possibilità di transitare liberamente su tutto il territorio comunitario e in oltre cento Paesi nel mondo, oltre a specifici benefici ed immunità diplomatiche. L’eurodeputata è rimasta interdetta quando ha scoperto che, tra i dati da compilare per ottenerlo, è obbligatorio scegliere la propria identità di genere tra maschio o femmina, senza possibilità di deroghe per chi non si sente definito in modo binario.
“Ho chiesto di cancellarmi dalla lista: lo trovo un atteggiamento discriminatorio, quindi non intendo ricevere il lasciapassare“, ha dichiarato Mussolini alla stampa raccontando l’accaduto. All’eurodeputata di Forza Italia, l’amministrazione del Parlamento Ue avrebbe spiegato che, anche nel caso in cui nei passaporti nazionali fosse garantita una terza opzione per l’identità di genere, le istituzioni europee non potrebbero accettarla nel proprio lasciapassare “perché non esiste nel protocollo”.
Mussolini, che fa parte della Commissione parlamentare per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) promette ora battaglia: “Ne ho parlato con la delegazione di Forza Italia e con il capodelegazione Fulvio Martusciello”, racconta, spiegando che la risposta è stata: “Fai benissimo è una battaglia molto importante”. La deputata è convinta che “bisogna dare un segnale all’esterno”, perché altrimenti tutti “quei voti del Parlamento europeo contro le discriminazioni di genere rimarranno carta straccia”.