Bruxelles – Trentotto team medici e di ricerca, 1650 operatori e oltre 100 cani da soccorso. È il personale dispiegato dagli Stati dell’Ue in Turchia, attraverso il Meccanismo di protezione civile, “una delle più grandi operazioni di ricerca e soccorso” mai portate avanti da Bruxelles al di fuori del territorio comunitario.
Oggi (9 febbraio) il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, è arrivato nella città turca di Gaziantep, epicentro delle violentissime scosse che hanno devastato il sud-est della Turchia e il nord della Siria, dove ha incontrato il vicepresidente turco per la gestione delle emergenze e dei disastri e i partner umanitari che operano nella Siria nord-occidentale. Dopo aver richiesto, già nelle primissime ore successive al terremoto, l’attivazione del Meccanismo europeo di protezione civile, la Turchia ha sollecitato un’assistenza ulteriore: “Equipaggiamenti come tende, coperte e stufe elettriche sono già in viaggio”, ha dichiarato Lenarčič. Il commissario Ue ha annunciato anche l’allocazione, “come primo step, di 3 milioni di euro per gli aiuti umanitari alla popolazione turca“.
Delle oltre 19 mila vittime accertate, 16 mila sarebbero cittadini turchi e all’incirca 3 mila siriani, provenienti sia dal territorio governativo, sia dalla zona più a nord controllata dai ribelli che si oppongono al regime di Assad. “Voglio mettere in chiaro che per l’Ue aiutare la popolazione siriana è importante quanto aiutare quella turca”, ha rassicurato Lenarčič da Gaziantep. Le autorità siriane hanno richiesto ieri l’attivazione del Meccanismo di protezione civile: ora, fa sapere la Commissione Ue, “il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE si sta coordinando strettamente con gli Stati membri e gli Stati partecipanti al meccanismo per convogliare l’assistenza al popolo siriano il più rapidamente possibile“.
L’ostacolo principale è la poca affidabilità del governo di Assad nella distribuzione degli aiuti umanitari, visto che le forze governative non controllano buona parte del territorio colpito dal sisma e anzi, sono in aperto conflitto con i ribelli della regione. “Vogliamo avere la sicurezza che questa assistenza appartenga alla popolazione, in modo non discriminatorio“, ha spiegato il commissario, e per questo motivo “abbiamo fatto un accordo con il World Food Programme, che distribuirà l’assistenza europea in modo giusto e responsabile”, ha annunciato ancora il Commissario Lenarčič.
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Anche i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue, riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio Europeo, si sono appellati alle autorità siriane per “garantire l’accesso agli aiuti umanitari a tutte le vittime del terremoto, indipendentemente da dove si trovano”, si legge nelle conclusioni del vertice. I leader hanno ribadito piena solidarietà alla popolazione turca e siriana di fronte alla tragedia, salutando con favore l’iniziativa della Commissione Europea e della presidenza svedese di ospitare a marzo a Bruxelles una Conferenza dei donatori per mobilitare i fondi della comunità internazionale a sostegno delle popolazioni colpite. I capi di stato e governo hanno anche indirizzato una lettera al presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, esprimendo le “più sentite condoglianze per la devastante perdita di vite umane”, e hanno osservato un minuto di silenzio prima dell’inizio dei lavori.