Bruxelles – Ha preferito dormirci sopra, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima di presentarsi davanti alla stampa in chiusura del Consiglio europeo di ieri. Un vertice che, complice la presenza straordinaria di Volodymyr Zelensky, si è prolungato fino a notte fonda. Un vertice che, agli occhi dei più, per la premier italiana è stato condito da una doppia sconfitta diplomatica: prima il battibecco con Emmanuel Macron sull’incontro che il presidente francese ha avuto a Parigi con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Zelensky, poi il mancato bilaterale con il presidente ucraino, che nella realtà dei fatti si è ridotto a un incontro di corridoio durato una manciata di minuti.
Ma Meloni non ci sta, e questa mattina (10 febbraio) in conferenza stampa a Bruxelles ha elencato i risultati ottenuti dall’Italia: “un cambio di passo” sull’approccio europeo alle migrazioni, una discussione strategica sulla competitività delle imprese europee “caldeggiata” da Roma, un rinnovato invito a Kiev da parte di Zelensky, che “tiene particolarmente alla nostra presenza”. E poi, il capitolo Macron: “Confesso che trovo alcune letture italiane un po’ provinciali”, ha esordito la presidente, in riferimento ai titoli comparsi questa mattina su alcuni giornali nazionali, che descrivevano il “gelo” nei rapporti tra Roma e Parigi. Secondo Meloni, la stampa ha utilizzato “toni bambineschi” nei suoi confronti: “I rapporti con Macron sono politici, ma vengono raccontati come rapporti personali, come se fossimo alle scuole medie”, ha accusato la premier.
Meloni, convinta che “l’Italia sia una nazione abbastanza centrale in Europa da poter dire quando non è d’accordo su qualcosa”, ha chiarito la sua posizione in merito al vertice a tre Macron-Scholz-Zelensky: “Se fossi stata invitata, avrei consigliato di non fare quella riunione, perché sull’Ucraina bisogna dare un messaggio di compattezza”. E ancora: “A me non interessa stare in una foto che non condivido: a Parigi c’erano 2 presidenti europei, ne mancavano 25. Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky“. Per questo motivo Meloni ha giudicato “inopportuna” la scelta del presidente francese, che ha risposto in modo piccato: “Io sono sempre rispettoso delle persone e delle loro scelte, è una questione di principio”.
Forse avrebbero potuto chiarirsi a margine del Consiglio europeo, i due leader, ma come confermato da Macron “non c’è stato alcun bilaterale con la presidente Meloni”. Entrambi si aggrappano però a un appiglio per uscire dall’imbarazzo diplomatico: la cooperazione italo-francese sul sistema di difesa aerea Samp-T, che i due Paesi stanno per mettere a disposizione di Kiev contro gli attacchi missilistici russi. “Sono felice che faremo insieme una cosa importante per l’Ucraina, con la decisione sui Samp-T. È questo ciò che conta, l’efficacia”, ha dichiarato Macron, a cui ha fatto eco Giorgia Meloni: “Siamo da tempo impegnati insieme su una materia molto importante per l’Ucraina, credo che si stia procedendo speditamente e nei prossimi giorni saremo in grado di annunciarlo definitivamente”. Può ricucirsi così lo strappo: se l’Ucraina ha diviso per un giorno Meloni e Macron, è proprio l’impegno per l’Ucraina che li può rimette fianco a fianco.