Bruxelles – Il New York Times ha deciso di portare in tribunale la Commissione europea per vicenda della mancata pubblicazione dei messaggi di testo tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla.
Il quotidiano statunitense ha denunciato l’esecutivo Ue alla Corte di Giustizia dell’Unione, sostenendo che la Commissione ha l’obbligo legale di rendere pubblici i messaggi, che potrebbero contenere informazioni sugli accordi dell’Ue per l’acquisto di dosi di COVID per un valore di alcuni miliardi di euro.
La causa è stata depositata il 25 gennaio e pubblicata lunedì 13 febbraio sul registro pubblico della Corte.
Il forte sospetto che la Commissione in questa vicenda non abbia agito come avrebbe dovuto esiste da tempo, e il difensore civico europeo, Emily O’Reilly, già nel gennaio 2022 criticava il comportamento dell’esecutivo comunitario al termine dell’inchiesta avviata nel settembre 2021, chiedendo di porre rimedio. Ursula von der Leyen e il suo staff sono dunque oggetto di un caso di “cattiva amministrazione” nel negare accesso ai messaggi di testo scambiati con l’amministratore delegato della società farmaceutica Pfizer/BioNTech, Bourla , relativi all’acquisto di vaccini anti-COVID.
Le verifiche erano state avviate dopo i reclami di alcuni giornalisti, che avevano chiesto di poter visionare lo scambio di sms tra istituzione Ue e azienda farmaceutica. Una richiesta rimasta inascoltata. Secondo il Difensore civico europeo emerge innanzitutto che la Commissione “non ha chiesto esplicitamente” all’ufficio personale del presidente di cercare messaggi di testo. Un’azione che si spiega con il regolamento interno dell’esecutivo comunitario, che non riconosce i messaggini come documenti interni degni di registrazione. Il difensore civico invitava dunque ad aggiornare le regole.
“Le pratiche amministrative dell’UE dovrebbero evolversi e crescere con i tempi in cui viviamo e con i metodi moderni che utilizziamo per comunicare”, bacchettava O’Reilly. “Quando si tratta del diritto di accesso del pubblico ai documenti dell’Ue, è il contenuto del documento che conta e non il dispositivo o il modulo”. Per cui “se i messaggi di testo riguardano le politiche e le decisioni dell’Ue, dovrebbero essere trattati come documenti dell’Ue”.
Il New York Times non commenta, e rilascia solo una nota nella quale afferma che: “Il Times presenta molte richieste di informazioni sulla libertà e mantiene un registro attivo. Al momento non possiamo commentare l’oggetto di questa causa”. La Commissione per ora tace sulla questione.
Lo scorso anno, quando la questione divampò, la commissaria europea per i Valori e la trasparenza Věra Jourová affermò che i messaggi di testo potrebbero essere stati cancellati, a causa della loro “natura effimera e di breve durata”.