Bruxelles – Accelerare la transizione verso le energie rinnovabili prodotte in Europa. Ursula von der Leyen sceglie la Sicilia per ricordare il ruolo che l’Italia può ricoprire come hub energetico ‘verde’ ma anche come porta d’accesso strategica per l’energia del Continente africano. “Dobbiamo accelerare la transizione verso energie rinnovabili prodotte internamente e la Sicilia può diventare una potenza dell’energia pulita per l’Europa. Non solo quest’isola ha sole e vento in abbondanza: ha anche una solida base industriale nel settore delle tecnologie pulite”, ha detto la presidente della Commissione europea nel discorso di apertura pronunciato per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Palermo.
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Von der Leyen ha ricordato che appena un mese fa la città di Catania ha inaugurato il progetto TANGO co-finanziato dall’Unione europea che farà dell’Italia la cornice della più grande fabbrica solare di pannelli di nuova generazione in Europa. Grazie ai finanziamenti del Fondo europeo per l’innovazione, lo stabilimento 3Sun fondato a Catania nel 2010 passerà dall’essere uno dei più grandi impianti di produzione di pannelli solari in Europa a diventare nei prossimi anni la più grande fabbrica nel continente europeo a produrre in serie pannelli bifacciali con tecnologia di eterogiunzione, ovvero pannelli “bifacciali”, in grado di catturare la luce solare dalla superficie posteriore oltre che quella anteriore. TANGO sarà realizzato da ENEL Green Power ed è risultato tra i beneficiari delle sovvenzioni dell’Unione europea dell’ultimo bando del Fondo per il sostegno alle innovazioni sulla transizione verde e climatica. Il progetto entrerà in funzione nel 2023. L’investimento necessario è pari a 600 milioni di euro, di cui quasi 118 milioni arriveranno dall’Ue.
“Sappiamo che l’energia pulita è il futuro. E questo futuro si realizza qui, in Sicilia”, ha assicurato von der Leyen. Ma per Bruxelles la Sicilia, come il resto del Sud d’Italia, può essere strategica anche per un altro motivo, ovvero può rappresentare un ponte naturale per il passaggio di energia dall’Africa, continente strategico dal punto di vista delle risorse. “A poche miglia dalle vostre coste c’è quello che potrebbe diventare un altro gigante dell’energia pulita: l’Africa, un continente con un potenziale immenso in termini di solare ed eolico, ma anche di idrogeno verde”, ha aggiunto von der Leyen. L’Europa guarda alla sponda meridionale del Mediterraneo e lo fa attraverso l’Italia. “La Sicilia rappresenta un ponte naturale. Dall’inizio della guerra l’Italia ha compiuto sforzi ammirevoli insieme ai partner africani per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico”.
Le parole di von der Leyen sull’Africa e il suo potenziale non sono casuali e rispondono in parte alla strategia della premier Giorgia Meloni annunciata per aumentare l’influenza politica ed economica nei paesi nordafricani, per rendere l’Italia un punto di snodo per il trasporto del gas e di altre forme di energia pulita dall’Africa all’Europa. Meloni fa riferimento alla strategia come a un ‘Piano Mattei per l’Africa’, di cui ha fatto cenno la prima volta nel discorso pronunciato alla Camera per chiedere il voto di fiducia al governo. Da lì in avanti, ogni (o quasi) riferimento della premier alla collocazione dell’Italia in Europa passa da questo Piano energetico, che cita il nome dell’ex presidente Eni scomparso nel 1962 di cui cerca di imitare quello che chiama un approccio “non predatorio” nei confronti dell’Africa. Un rapporto di cooperazione basato sulla pariteticità, dal momento che Mattei è stato promotore di una politica energetica che ha lasciato per la prima volta ai Paesi africani margini di profitto. Meloni è convinta che una strategia di investimento per il continente africano possa aiutare anche l’Italia con la gestione dei flussi migratori, migliorando le condizioni economiche delle popolazioni, scoraggiandoli a partire dai luoghi di origine.