Bruxelles – Prorogare oltre la scadenza di fine marzo le misure anti-crisi energetica che riguardano il taglio ai consumi di gas. E’ quanto sta valutando la Commissione europea con l’idea di proporre nelle prossime settimane agli Stati membri Ue un’estensione delle misure di emergenza per ridurre su base volontaria i consumi nazionali di gas del 15 per cento, su cui i ministri dell’Ue si erano accordati alla fine di luglio. “Abbiamo discusso della possibilità di estendere la misura, c’è consapevolezza del fatto che il mercato del gas naturale liquefatto rimarrà teso anche quest’anno, dunque stiamo valutando quando presentare la proposta e il Consiglio discuterà la proposta nelle prossime riunioni”, ha confermato la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio informale dell’energia e dei trasporti che si è tenuto ieri e oggi a Stoccolma. La prima riunione dell’energia, se pure informale, guidata dalla presidenza svedese dell’Ue.
L’accordo risale al 26 luglio scorso, quando i ministri europei dell’energia hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta della Commissione europea di tagliare volontariamente la domanda di gas del 15 per cento (rispetto alla media dei consumi degli ultimi cinque anni) tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, per prepararsi a uno scenario di completa interruzione delle forniture di gas da parte di Mosca all’Europa. Il piano è stato approvato dal Consiglio Energia ma con varie modifiche rispetto alla proposta originaria avanzata dall’esecutivo comunitario. La misura prevede la riduzione su base volontaria del 15 per cento rispetto alla media dei consumi di gas degli ultimi cinque anni, pari a 45 miliardi di metri cubi di gas. L’obiettivo di riduzione della domanda può diventare obbligatorio di fronte alla dichiarazione di uno “stato di allerta a livello europeo”, ovvero in caso di “rischio sostanziale” di una grave carenza di gas che può colpire il Continente. Nel regolamento approvato a luglio, i governi hanno rafforzato il loro ruolo nel dichiarare l’allerta sul gas, che sarà stabilita con una decisione di esecuzione del Consiglio presa a maggioranza qualificata.
Simson ha precisato alcune cifre sull’energia. La Russia non è più il “primo fornitore di gas per l’Europa, sostituita da Stati Uniti e Norvegia. In dodici mesi le forniture di gas del gasdotto russo sono scese da 155 miliardi di metri cubi a 62 miliardi di metri cubi. Allo stesso tempo, gli Stati membri hanno ridotto la domanda di gas del 19 per cento tra agosto e gennaio. In altri termini, l’Europa è riuscita a ridurre i consumi di gas di 38 miliardi di metri cubi. Il nostro stoccaggio di gas rimane alto, con oltre il 62 per cento di riempimento”.