Bruxelles – Tra bilancio comune e programmi fuori bilancio “abbiamo tanti strumenti e pochi soldi”. La transizione sostenibile dell’Unione europea si scontra con esigenze finanziarie a cui non si è grado di rispondere. Johannes Hahn ammette lo stato di debolezza di Unione europea che se non riesce a correggere la rotta rischia di perdere anche la scommessa della trasformazione industriale nei confronti del resto del mondo, che rischia di appropriarsi delle idee europee per farle meglio. Il commissario per il Bilancio è consapevole che “servono più soldi”, e lo confessa apertamente ai membri delle commissioni Bilanci e Affari economici del Parlamento europeo riunite insieme per l’audizione del caso.
Si cerca di fare il punto su InvestEU, il programma erede del vecchio piano Juncker per gli investimenti strategici. Un totale di 26,2 miliardi di euro tra quadro finanziario pluriennale (Mff 2021-2027) e meccanismo per la ripresa anti-pandemica, per mobilitare circa 372 miliardi di euro attraverso l’effetto leva. Numeri importanti eppure insufficienti, tanto che il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, vorrebbe che fossero corrette all’insù.
“La domanda del mercato per determinati prodotti supera notevolmente la capacità di InvestEU”, riconosce il membro italiano dell’esecutivo comunitario. Inoltre, “come parte del piano industriale del Green Deal, prevediamo un aumento della domanda di sostegno InvestEU”. Due elementi che insieme producono nun quadro che “credo dovrebbe incoraggiarci a riflettere su come possiamo rafforzare questo strumento”. Gentiloni un’idea ce l’ha. “Stiamo ora valutando come aumentare il finanziamento complessivo di InvestEU, in particolare per il periodo 2024-2027”. Vuol dire rimettere mano al bilancio comune, sfruttando la revisione di medio termine di quest’anno.
Non sarà facile, perché i governi nazionali sono tradizionalmente restii a mettere mano alle risorse nazionali, ma la via indicata dal commissario per l’Economia passa per risorse nuove, fresche, per rimpinguare un budget messo alla prova anche dall’elevata inflazione che, sulla scia dei combattimenti in Ucraina, ha ridotto la portata dell’azione comune in termini di spesa.
Per cercare di fare breccia soprattutto in quelle capitali particolarmente attente alla spesa del denaro pubblico, Gentiloni ricorda la sfida lanciata dagli Stati Uniti attraverso l’Inflation Reduction Act, il piano da circa 369 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Biden che tocca da vicino il settore delle tecnologie verdi. L’Ue vede minacciata la strategia politica e industriale racchiusa nel Green Deal e negli sforzi di transizione sostenibile, visto che l’Inflation reduction act prevede, tra le altre cose, sgravi fiscali per acquistare prodotti ‘Made in Usa ‘tra cui automobili, batterie ed energie rinnovabili.
Gli Stati Uniti hanno più soldi, e un meccanismo di incentivi tutto nuovo, ma non solo quello. “Incide per questioni di concorrenza che in Europa ci vede svantaggiati, come ad esempio il prezzo dell’energia”, più caro per i Ventisette confederati che per i Cinquanta federati, ricorda un preoccupato Gentiloni. “Davanti a noi abbiamo una montagna di investimenti da fare”.
Considerando che la maggior parte delle risorse di InvestEU sono prefinanziamenti, “entro la fine del 2023, dovranno essere approvati quasi 15 miliardi di euro della garanzia dell’Ue, lasciando solo circa 11 miliardi di euro per gli anni rimanenti fino alla fine di questo periodo finanziario pluriennale”. Troppo poco per il triennio 2024-2027. L’Ue la transizione verde rischia che ha immaginato per sé rischia di vedersela sfuggire a scapito di altri, a iniziare dal partner trans-atlantico.