Bruxelles – Target rafforzati di efficienza energetica e un obbligo per gli Stati membri a rinnovare ogni anno almeno il 3 per cento della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione. Dopo sedici ore di negoziati, Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un compromesso politico questa mattina (10 marzo) sulla revisione della Direttiva sull’efficienza energetica (risalente al 2018), fissando l’obiettivo di ridurre collettivamente il consumo finale di energia dell’11,7 per cento nel 2030, rispetto alle previsioni formulate nel 2020. La revisione della direttiva è parte centrale del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, in cui la Commissione europea aveva proposto nel 2021 un obiettivo di risparmio energetico del 9 per cento, poi aumentato al 13 per cento a maggio scorso, nel piano ‘REPowerEU’. L’Europarlamento spingeva invece per un risparmio energetico primario e finale del 14,5 per cento in più entro il 2030.
#TRILOGUE | Council presidency and European Parliament negotiators today reached a provisional political agreement on the Energy Efficiency Directive.
The agreement, subject to approval by Coreper and Council, sets an ambitious target for reducing energy consumption in the EU. pic.twitter.com/zJ7YkO69dI
— Sweden in EU (@SwedeninEU) March 10, 2023
Secondo l’intesa tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’Ue attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC), che dovranno essere aggiornati per il 2023 e il 2024. Sarà la Commissione europea a calcolare se tutti i contributi si sommano all’obiettivo dell‘11,7 per cento e, in caso contrario, apporterà rettifiche ai contributi nazionali inferiori. L’intesa prevede inoltre un aumento graduale dell’obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo finale di energia dal 2024 al 2030: gli Stati membri dovranno garantire un risparmio dell’1,3 per cento nel periodo fino alla fine del 2025, per poi arrivare progressivamente all’1,9 per cento nel ultimo periodo fino alla fine del 2030. L’Europarlamento ha insistito affinché fosse rafforzato in particolare il contributo al risparmio del settore pubblico: l’accordo prevede un obiettivo di riduzione del consumo energetico dell’1,9 per cento del settore pubblico, con un obbligo dei paesi dell’UE di rinnovare ogni anno almeno il 3 per cento della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione. Quanto alle aziende, l’intesa non prevede obblighi ma una esortazione a diventare più efficienti dal punto di vista energetico.
“Oggi è stata una grande vittoria. Un accordo non solo positivo per il nostro clima, ma negativo per Putin”, ha commentato il relatore per il Parlamento europeo, l’eurodeputato dei Socialisti&Democratici, Niels Fuglsang. La Commissione europea ha accolto la notizia dell’accordo tra i co-legislatori, nonostante le cifre sul risparmio (come spesso accade nei negoziati finali) sono state riviste al ribasso. “Un quadro Ue più forte in materia di efficienza energetica ci aiuterà a mantenere la rotta per raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici per il 2030”, ha commentato la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson. “Le nuove disposizioni sull’emancipazione dei consumatori e la povertà energetica garantiranno che la nostra transizione verso un’energia pulita sia accessibile a tutti, compresi i più vulnerabili”, ha aggiunto. Una nota della Commissione spiega infatti che l’intesa prevede che gli Stati membri attuino misure di miglioramento dell’efficienza energetica in via prioritaria tra le persone colpite dalla povertà energetica, “i clienti vulnerabili, le famiglie a basso reddito e, ove applicabile, le persone che vivono in alloggi popolari”. L’intesa, per entrare in vigore, deve essere formalmente approvata da entrambe le isitituzioni.
Per la presidenza di Stoccolma alla guida dell’Ue si tratta del primo dossier dell’ambizioso pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ su cui sono riusciti a chiudere un accordo. La Svezia aveva fissato sul piano legislativo la priorità di chiudere i negoziati con l’Europarlamento sugli ultimi dossier rimasti in sospeso nel ‘Fit for 55’, come la revisione della direttiva sull’efficienza energetica e la revisione della direttiva sulle rinnovabili (entrambe del 2018). Sulla prima c’è l’accordo, sulla seconda è atteso nelle prossime settimane. La commissaria Simson ha espressamente chiesto ai co-legislatori di chiudere un accordo sulle rinnovabili entro il mese di marzo, per arrivare ad avere un quadro più aggiornato.