Bruxelles – “Gli attentati sono sempre spregevoli, ma attaccare i luoghi di culto, per definizione luoghi di pace, è davvero scioccante“. L’Ue si stringe intorno alla comunità di Amburgo, svegliatasi questa mattina (10 marzo) sconvolta dall’attacco armato compiuto giovedì sera in un tempio di Testimoni di Geova, che ha causato la morte di 7 fedeli e dell’autore della strage.
La Commissaria Ue per gli Affari Interni, Ylva Johansson, avrebbe contattato la ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, già in mattinata, per manifestare la disponibilità di Bruxelles “a dare supporto in qualsiasi modo sarà necessario”. Secondo la ricostruzione del quotidiano Bild, l’attacco è stato compiuto intorno alle 21, mentre era in corso un incontro tra i fedeli nella struttura che si trova nel quartiere residenziale di Gross Borstel. La polizia è intervenuta immediatamente, alle 21:15: entrati nel tempio, le forze dell’ordine hanno trovato i corpi di sei persone, tra cui una donna incinta, più un settimo cadavere, che si pensa possa essere il responsabile della strage. Almeno otto i feriti, in quello che la polizia ha definito per ora un “Amok attack“, termine con cui si indica l’azione di un folle che spara nella mischia.
“I miei pensieri sono con le vittime, le famiglie e gli amici. Una menzione speciale va alla polizia di Amburgo, che ha reagito con rapidità e coraggio incredibile, e ha messo le persone in sicurezza”, ha dichiarato ancora la commissaria Johansson. Rimane l’incognita del movente: dietro il bagno di sangue ci sarebbe un ex membro della comunità religiosa, che in Germania conta oltre 170 mila fedeli, una delle più numerose di Europa. Un gesto di un “cane sciolto”, più che un atto di terrorismo organizzato, che fino ad ora mai aveva preso di mira i Testimoni di Geova.