Bruxelles – Cento minuti per dipanare dissapori che andavano avanti da mesi. Giorgia Meloni e Emmanuel Macron si sono incontrati ieri sera (23 marzo), a margine del Consiglio europeo, in un albergo del centro di Bruxelles. Un tête-à-tête, senza la presenza dei relativi staff, durato oltre un’ora e mezzo: tanto è servito per riavvicinare Roma e Parigi, dopo gli screzi di novembre sulla chiusura dei porti italiani alla nave Ocean Viking e ai suoi passeggeri, e pianificare una nuova collaborazione su “materie di importanza strategica”.
Sul piatto, ha dichiarato già in mattinata l’Eliseo, la riaffermazione del sostegno incondizionato all’Ucraina, la competitività europea e la politica industriale, il percorso verso la decarbonizzazione e, per ultimo, le migrazioni. La presidente del Consiglio ha elencato i temi nell’ordine inverso: ognuno ha le sue priorità, ma entrambi hanno riconosciuto l’importanza di “avanzare insieme” su questioni strategiche, in cui gli interessi nazionali di Italia e Francia “possono collimare”.
Il primo banco di prova della cooperazione tra i due Paesi sarà, nell’immediato, la delicata questione della Tunisia: ieri, la commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha annunciato che in aprile si recherà a Tunisi accompagnata da ministri di Roma e Parigi. Meloni ha confermato che “ci sarà una missione italo-francese a livello dei ministri degli Esteri“: per la premier “va fatto un lavoro diplomatico” per convincere il presidente Kais Saied e il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) a chiudere l’accordo per un prestito di quasi 2 miliardi di dollari, che potrebbe evitare il collasso economico e sociale del Paese nordafricano. Le ha fatto eco Macron, che in conferenza stampa ha dichiarato che c’è la “volontà di agire insieme per aiutare la Tunisia a ritrovare stabilità politica e per raggiungere l’accordo con il Fmi”. Il presidente francese condivide la preoccupazione di Meloni, il rischio concreto di un aumento della pressione migratoria sull’Italia e sull’Ue. Per questo, “nel breve termine”, Macron ha fissato l’obiettivo di “riuscire a fermare i flussi che partono” dalle coste tunisine.
Il sostegno di Meloni sul nucleare francese
Incassato l’appoggio di Macron sul dossier che le è più caro, Meloni è venuta in soccorso del presidente francese su un tema molto sensibile per l’Eliseo, quello del nucleare. La Francia cerca sponde a livello europeo per riconoscere al nucleare le stesse facilitazioni concesse alle 8 tecnologie strategiche principali su cui puntare per la transizione verde europea, anche se per ora la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l’ha escluso dalla proposta del Net Zero Industry Act.
La posizione di Macron è decisa: “Il nucleare costituisce una parte essenziale della nostra politica energetica: dobbiamo rispettare il principio della neutralità tecnologica e il mix energetico di ogni Paese membro”, ha dichiarato a margine dei lavori del Consiglio europeo. Posizione che Meloni ha subito condiviso: “Penso che tutte le tecnologie che possono garantire di raggiungere gli obiettivi che l’Unione europea si è posta devono essere considerate, indipendentemente da quello che i singoli Stati intendono fare dell’uso di quella tecnologia, e indipendentemente dalla scelta italiana”, ha chiarito la premier, che ha poi concluso: “Se le altre nazioni vogliono usare una tecnologia che rispetta quei target, allora è giusto che possano farlo“.