Bruxelles – E’ ancora l’energia dell’atomo a dividere l’Unione europea. Nonostante la scelta del mix energetico nazionale sia in capo ai soli Stati membri, la Francia sta intensificando gli sforzi per far riconoscere il nucleare in alcuni dei principali dossier legislativi relativi alla transizione energetica. E la questione torna a essere attuale in vista del Consiglio Energia che si terrà domani (28 marzo) a Bruxelles, quando i ministri europei dovranno cercare un accordo politico (‘approccio generale’) sul pacchetto del mercato del gas, una proposta avanzata a dicembre 2021 per decarbonizzare il mercato del gas e dell’idrogeno, attraverso una revisione dell’attuale legislazione sul mercato interno del gas che risale al 2009 (direttiva 2009/73/CE e regolamento sull’accesso alle reti di trasporto).
I ministri cercheranno un ‘approccio generale’ per avviare i negoziati con l’Eurocamera, che ha adottato la sua posizione appena poche settimane fa. Sul pacchetto sono emerse tutte le divisioni presenti in Unione europea sul ruolo dell’energia nucleare e su come può contribuire agli obiettivi rinnovabili dell’Unione. Il riconoscimento dell’energia dell’atomo come fonte di energia a basse emissioni di carbonio è una battaglia chiave che sta portando avanti la Francia (che guida una minoranza di Paesi all’interno del blocco), con l’obiettivo di garantire che più finanziamenti possano essere incanalati in quella direzione. Gli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue si sono riuniti questa mattina nel comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue (Coreper) per discutere, tra le altre cose, le sorti dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio (low-carbon), in particolare quello prodotto da nucleare. “C’è una minoranza di Paesi Ue che chiede che l’energia prodotta da nucleare sia conteggiata ai fini del raggiungimento dei target rinnovabili nella direttiva RED, mentre c’è una maggioranza di Paesi che resta contraria”, ha spiegato un alto funzionario alla vigilia del Consiglio Energia.
La proposta della Commissione sulla revisione del mercato del gas si concentra principalmente sulla nuova regolamentazione dei “gas a bassa emissione di carbonio”, compreso l’idrogeno non pienamente rinnovabile (low-carbon), per rendergli più facile l’accesso alle reti attraverso tariffe più basse e sconti. Ad esempio rimuovendo le tariffe transfrontaliere per i gas rinnovabili e a basso contenuto di carbonio (così come in futuro non saranno applicate alla rete europea dedicata all’idrogeno). Nella normativa dunque si cercherà di chiarire i termini per definire i combustibili a basse emissioni di carbonio, su cui spinge la Francia per vedersi riconoscere anche l’energia dell’atomo. A margine del Vertice Ue che si è tenuto giovedì e venerdì, l’opportunità di riconoscere l’energia nucleare come uguale all’energia rinnovabile è stata al centro di una colazione di lavoro tra il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Francia e Germania sono divise sulla questione.
I ministri dell’energia saranno chiamati inoltre a dare via libera alla proposta della Commissione europea di prorogare di un altro anno, fino al 31 marzo 2024, le misure di emergenza per tagliare i consumi di gas del 15 per cento rispetto alla media degli ultimi cinque anni. “C’è una maggioranza a sostegno dell’estensione della misura”, ha chiarito il funzionario. La misura di emergenza era stata adottata con un accordo politico raggiunto dai governi lo scorso 26 luglio, nel pieno della crisi energetica dovuta ai tagli alle forniture da parte della Russia, che secondo la Commissione europea ha contribuito a generare un risparmio del 19 per cento dei consumi di gas, pari a 41,5 miliardi di metri cubi tra agosto 2022 e gennaio 2023. Per la Commissione europea è importante mantenere le norme per un altro anno per evitare problemi di sicurezza dell’approvvigionamento il prossimo inverno.
Il terzo punto all’ordine del giorno sarà la proposta della Commissione di riformare il mercato elettrico, avanzata lo scorso 14 marzo. Bruxelles ha puntato sui contratti a lungo termine e per differenza, maggiori investimenti nelle rinnovabili e più tutele per i consumatori dai forti picchi di prezzo, escludendo per il momento l’idea del disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica da quelli del gas. La presentazione da parte della Commissione sarà un’occasione per i ministri per fare le loro osservazioni sulla revisione del mercato. Per la commissaria europea dell’energia, Kadri Simson, una riforma strutturale è necessaria per affrontare le nuove esigenze del mercato, tra cui il fatto che il 69 per cento dell’energia elettrica arriverà dalle rinnovabili. Bruxelles punta a un accordo sul testo legislativo entro la fine del mandato della Commissione europea.