- L'Europa come non l'avete mai letta -
venerdì, 17 Ottobre 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
  • Eventi
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Europee 2024
  • Fit for 55
  • Energia
  • Hge
  • Agrifood
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
No Result
View All Result
Eunews
No Result
View All Result

Home » Politica Estera » INTERVISTA / Reuten: “La liberalizzazione dei visti per il Kosovo è l’inizio di un nuovo capitolo. Ma ci abbiamo messo troppo”

INTERVISTA / Reuten: “La liberalizzazione dei visti per il Kosovo è l’inizio di un nuovo capitolo. Ma ci abbiamo messo troppo”

Via libera definitivo dalla sessione plenaria del Parlamento Ue all'esenzione del regime di ingresso nello spazio Schengen, non oltre il primo gennaio 2024. Per il relatore S&D è la base per continuare il lavoro di stabilizzazione della regione

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
18 Aprile 2023
in Politica Estera
Kosovo Thijs Reuten

Bruxelles – Un piccolo passo per l’Unione Europea, un grande passo per il Kosovo. Anche se, a ben vedere, le condizioni per arrivarci c’erano già tutte da anni e questo non fa particolare onore ai Ventisette. Con il voto favorevole in Parlamento Europeo è arrivato il via libera definitivo alla liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo, gli ultimi in tutta Europa – fatta eccezione per Russia e Bielorussia – a cui non bastava esibire il proprio passaporto per accedere ai Paesi membri dell’Ue e dello spazio Schengen. “È l’inizio di un nuovo capitolo nelle nostre relazioni”, lo ha definito il relatore per il Parlamento Europeo, Thijs Reuten (S&D), in un’intervista concessa a Eunews.

Fra pochi mesi per tutti i Paesi dei Balcani Occidentali – Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia – varranno le stesse regole di ingresso nell’area che ha abolito le frontiere interne: per i soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni in un periodo complessivo di 180) non è necessario richiedere un visto, ma è sufficiente presentare il passaporto. Ciò che per i cittadini dell’Unione Europea è pressoché scontato diventerà una realtà anche per quelli kosovari, finalmente più vicini a sentirsi davvero parte “dello stesso continente, della stessa famiglia, dello stesso patrimonio culturale, della stessa storia”, è la speranza dell’eurodeputato olandese.

Che significato ha il via libera alla liberalizzazione dei visti per il Kosovo?

“L’adozione definitiva della liberalizzazione dei visti per il Kosovo da parte della sessione plenaria del Parlamento Europeo significa che abbiamo completato l’iter legislativo e che domani [19 aprile, ndr] si potrà svolgere la cerimonia di firma. Era un momento atteso da tempo, perché il Kosovo soddisfa i criteri da molti anni. Si tratta di una svolta storica, considerato il fatto che i cittadini kosovari che non hanno accesso a un passaporto albanese o serbo non possono viaggiare facilmente nel resto d’Europa. E ha anche un valore simbolico: per me è l’inizio di una nuova era, perché finalmente il Kosovo si unirà a tutti gli altri Paesi esenti da visto”.

Quando entrerà in vigore l’esenzione?

“Al più tardi il primo gennaio 2024 i cittadini kosovari saranno esenti dal visto. Avrei voluto fosse prima, ma l’esenzione è legata all’entrata in vigore dell’Etias [Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, ndr], che è stato rimandato troppe volte. Avrebbe dovuto essere già attivo, secondo il piano originale. Se accadrà un miracolo e il sistema entrerà in funzione prima, teoricamente la liberalizzazione dei visti per il Kosovo potrebbe arrivare in una data precedente. Ma ora concentriamoci sul primo gennaio 2024″.

Kosovo Thijs Reuten
Il relatore per la liberalizzazione dei visti per il Kosovo, Thijs Reuten, e il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti

Cosa cambierà in quel momento per i cittadini kosovari?

“Che potranno decidere di viaggiare liberamente nell’Unione Europea. Dovranno comunque mostrare il passaporto quando entreranno nei Paesi membri Ue o dell’area Schengen, come molte altre persone provenienti da tutto il mondo, ma non dovranno più pensare a ottenere un visto. Ogni volta che si deve passare attraverso questa procedura, è come passare da un esame, anche se si soddisfano tutte le condizioni. Noi cittadini dell’Unione Europea siamo abituati a viaggiare facilmente ovunque con il nostro passaporto e dobbiamo chiedere un visto in pochissimi Paesi. Ma per i cittadini kosovari finora è stato l’esatto contrario”.

Perché ci è voluto tanto tempo?

“Credo che ci sia voluto così tanto tempo per questioni politiche in seno al Consiglio. Alcuni governi hanno usato quest’ultimo dossier in sospeso sulla liberalizzazione dei visti in Europa per dibattiti politici interni. Ma ci sono sempre elezioni in programma o problemi politici per posticipare le decisioni. È molto semplice: se stabiliamo regole e condizioni – e un Paese le raggiunge tutte – dobbiamo rispettare gli impegni. Purtroppo l’Unione Europea ha una tradizione nel non rispettare sempre le condizioni, ma questo mina la fiducia nel processo di allargamento, come nel caso della liberalizzazione dei visti in Kosovo”.

Il primo ministro albanese, Edi Rama, ha dichiarato che i cittadini kosovari erano meglio collegati all’Europa quando facevano parte della Jugoslavia…

“Il Kosovo è stato lasciato indietro per troppo tempo, è l’ultimo Paese europeo a cui è stata garantita la liberalizzazione dei visti. Persino la Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro l’hanno ottenuta molto tempo fa. I cittadini kosovari sono stati marginalizzati, con il risultato che si sono sentiti meno liberi o meno inclusi rispetto ai tempi dell’ex-Jugoslavia. Più ci si pensa, più la situazione è ridicola. In ogni caso, il Kosovo ha mantenuto la propria fiducia nel processo legislativo e ora ci siamo lasciati tutto questo alle spalle”.

Qual è stata la posizione dei gruppi politici del Parlamento Europeo?

“Al Parlamento Europeo non c’è mai stato alcun problema e siamo sempre stati i co-legislatori che hanno spinto per la liberalizzazione dei visti. Da quando il Kosovo ha soddisfatto tutte le condizioni più di quattro anni fa, sulla base del rapporto della Commissione Europea, abbiamo spinto con una larga maggioranza per andare avanti con la liberalizzazione. E alla fine anche al Consiglio dell’Ue, quando l’anno scorso la presidenza ceca ha intravisto una finestra di opportunità, abbiamo potuto finalmente trovare un accordo grazie a tutti i governi. Perché in fondo spostare il Kosovo da una lista all’altra non era una questione così complicata a livello tecnico”.

Eppure cinque Stati membri dell’Ue non riconoscono ancora il Kosovo come Stato indipendente.

“Spagna, Grecia, Cipro, Romania e Slovacchia hanno avuto percorsi diversi nella loro posizione di non-riconoscimento del Kosovo, ma spero che tutti si impegnino in questo dibattito. Conto davvero su di loro nella valutazione dela situazione: non deve accadere la settimana prossima o il mese prossimo, ma abbiamo bisogno di un cambiamento. Penso che non sarebbe molto logico se questi cinque Paesi non mostrassero almeno la loro volontà di muoversi nella direzione del riconoscimento del Kosovo. In particolare considerando la direzione che l’Ue sta prendendo sull’accordo di normalizzazione, che vogliamo sia vincolante e implementato”.

Thijs ReutenSi riferisce agli accordi tra Kosovo e Serbia raggiunti tra febbraio e marzo.

“Sì, e vedo una situazione che va verso il riconoscimento del Kosovo. Perché l’accordo prevede il riconoscimento dei documenti di viaggio e dei simboli nazionali, la non-opposizione da parte della Serbia all’adesione di Prishtina alle organizzazioni internazionali, e anche il non incoraggiare altri a bloccarla. Sono fiducioso che arriveranno buone notizie nei prossimi mesi, grazie a questo accordo: sarà istituito un comitato di attuazione e sono già in corso colloqui molto importanti, per esempio quello sulle persone scomparse. A piccoli passi, ci stiamo muovendo”.

Si è discusso molto sul fatto che l’accordo non è stato firmato. Allo stesso tempo, l’Ue sta usando la leva finanziaria come strumento di persuasione per la sua implementazione.

“Se l’accordo non sarà implementato, ci saranno pesanti conseguenze. Dobbiamo essere rigorosi e alzare la posta in gioco. Perché ora abbiamo un accordo vincolante, e credo che l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, abbia fatto un ottimo lavoro. Non ci deve essere nessuna questione a proposito della firma, l’attenzione in Serbia e in Kosovo deve essere rivolta solo all’implementazione dell’accordo, perché inseriremo quanto concordato nel quadro dei processi di adesione all’Ue di Kosovo e Serbia”.

Che implicazioni ha tutto ciò per la Serbia?

“Entrambi i Paesi devono attuare l’accordo il più velocemente possibile, naturalmente. Tuttavia, abbiamo visto il Kosovo negoziare in modo duro, ma in buona fede, mentre dall’altra parte il presidente serbo [Aleksandar Vučić, ndr] vuole creare una sorta di insicurezza nei confronti del processo. A questo si aggiunge il fatto che abbiamo un commissario ungherese [per il vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, ndr] che non sta facendo gli interessi dell’Unione Europea, cioè avvicinare tutti i Paesi candidati all’Unione Europea su un piano di parità e agli stessi standard. Solo un paio di settimane fa, il giorno dopo essere tornato a Belgrado dicendo che non avrebbe firmato l’accordo, Vučić ha ottenuto 600 milioni di euro dall’Ue, la più grande sovvenzione mai concessa alla Serbia. Per questo ho presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea”.

Cosa dovrebbe chiedere l’Ue a Belgrado?

“Sono un amico della Serbia, voglio che anche questo Paese entri nell’Ue, ma dobbiamo essere chiari sulle condizioni: democrazia, strutture politiche imparziali, Stato di diritto. E l’adesione all’UE non può essere raggiunta se la Serbia è coinvolta in azioni destabilizzanti, dal Montenegro alla Bosnia ed Erzegovina e nell’erosione della democrazia. Se riusciamo a trovare la strada per rendere la sua adesione un successo, in qualità di più grande Paese e maggiore potenza economica, la Serbia potrebbe guidare l’intera regione a entrare nella famiglia dell’Unione Europea”.

Serbia Kosovo Kurti Vučić Borrell
Da sinistra: il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, il rappresentante speciale per il dialogo Belgrado-Pristina, Miroslav Lajčák, l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić (18 marzo 2023)
Tags: adesione ue kosovoallargamento Uedialogo Pristina-Belgradodialogo serbia-kosovoThijs Reutenue-kosovovisti kosovowestern balkans

Eunews Newsletter

Ti potrebbe piacere anche

Kosovo Thijs Reuten
Politica Estera

INTERVIEW / Reuten: “Kosovo visa liberalization is the start of a new chapter for our relations. But it took us too long”

18 Aprile 2023
Serbia Kosovo Kurti Vučić Borrell
Politica Estera

Le 12 ore di Ohrid. L’Ue riesce a far trovare l’intesa a Serbia e Kosovo per l’attuazione dell’accordo di normalizzazione

19 Marzo 2023
Serbia Kosovo
Politica Estera

Cosa prevede la proposta Ue in 11 punti accettata da Serbia e Kosovo per la normalizzazione dei loro rapporti

28 Febbraio 2023
Kosovo Domanda Adesione Ue Kurti
Politica Estera

Le ventiquattr’ore di svolta per il Kosovo. Bruxelles riceve la richiesta di adesione Ue e trova l’intesa sui visti

15 Dicembre 2022
Ue Kosovo
Politica Estera

Via libera dai 27 ambasciatori Ue alla liberalizzazione dei visti Schengen del Kosovo “non oltre il primo gennaio 2024”

30 Novembre 2022
Made with Flourish

Il Rapporto Draghi in italiano

di Redazione eunewsit
9 Settembre 2024
CondividiTweetCondividiSendCondividiSend

Secondo articolo

di IT Withub
20 Dicembre 2024

Riassunto secondo articolo

Banane brandizzate Chiquita. Credit:   Justin Tallis / AFP

Quello che capita

di Redazione eunewsit
16 Dicembre 2024

kjashasaskdlasmnc ddddddddd

Credit: Tiziana FABI / AFP

Prova Programma 2

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

vfdvddfvdfvdvd

Borrell

Prova programma

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

cdfjlkdsjlkfjlfjkldfs

  • Chi siamo
  • Eventi
  • Contatti
  • L’Editoriale
  • 7 racconti di Diego Marani
  • Privacy Policy
  • Cookie policy

Eunews è una testata giornalistica registrata - Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

Copyright © 2023 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.

Attenzione