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Home » Cronaca » Quattro procedure nuove e due che avanzano, l’Ue dura con l’Italia

Quattro procedure nuove e due che avanzano, l’Ue dura con l’Italia

Il tradizionale pacchetto mensile vede non poche contestazioni al Paese, che ora ha due mesi di tempo per rispondere ad ogni rilievo di Bruxelles

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
19 Aprile 2023
in Cronaca

Bruxelles – Quattro nuove procedure d’infrazione, e due che invece di essere chiuse vanno avanti. Le decisioni della Commissione europea non premiano l’Italia. Al contrario, infliggono al Paese un duro colpo. Perché in due mesi la maggioranza dovrà fornire tante risposte, tutte diverse, per evitare che l’iter vada avanti e arrivi anche in Corte di giustizia. Ritardi di pagamento, lavoratori stagionali, gestione degli ambienti marittimi, politiche per le persone con disabilità. Ancora, lotta al riciclaggio e abuso dei contratti a tempo determinato. C’è tutto questo nei richiami di Bruxelles all’Italia.

Sui ritardi di pagamento una premessa: “Hanno effetti negativi sulle imprese”, ricorda l’esecutivo comunitario. Ne riducono la liquidità, ne impediscono la crescita, “e potenzialmente vanificano i loro sforzi per diventare più ecologiche e più digitali”. L’Italia non garantisce la conformità alla direttiva per quanto riguarda il settore sanitario nella Regione Calabria. “La legge italiana costituisce una violazione della direttiva in quanto proroga oltre i termini previsti” il periodo di pagamento per i debiti delle amministrazioni pubbliche. Non solo. C’è nella legislazione nazionale la “mancata inclusione del noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali“. Escludendo tali operazioni dall’ambito di applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento, le imprese interessate non possono beneficiare della tutela accordata dalla direttiva. Vengono confermati limiti strutturali, e di lunga data.

Per quanto riguarda i lavoratori stagionali extracomunitari, al Paese si contesta di non avere definito norme chiare per l’ingresso, né di aver disposto un quadro precisato volto a garantire un soggiorno dignitoso. Una situazione che oltretutto rischia di favorire quei flussi clandestini che tanto indispongono la maggioranza. Nell’aprire la procedura d’infrazione e inviare la lettera di costituzione in mora la Commissione europea ricorda che garantire “il pieno rispetto“ della direttiva sui lavoratori stagionali “è un presupposto importante per attrarre nell’Ue la manodopera necessaria per il lavoro stagionale ed eventualmente anche per contribuire a ridurre la migrazione irregolare“.

La terza procedura tutta nuova riguarda l’accessibilità dei prodotti e dei servizi per le persone con disabilità. L’Italia “non ha recepito integralmente” nell’ordinamento nazionale l’atto europeo entro il termine stabilito del 28 giugno 2022. La quarta, aperta per analoghe ragioni, riguarda la quinta direttiva anti-riciclaggio. Anche qui il Paese non l’ha recepita nei termini.

Oltre alle quattro procedure di nuovo avvio, ci sono quelle già avviate in precedenza e non fermate. Il parere motivato, il secondo passo del processo di procedura, riguarda le azioni volte a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico. “Sebbene l’Italia abbia fornito spiegazioni sulle proprie norme nazionali, la Commissione le ha ritenute non soddisfacenti e dà ora seguito all’esame”. Per quanto riguarda, infine, la pianificazione dello spazio marittimo per una migliore e più sostenibile attività umana nelle zone marine al fine di conseguire vari obiettivi ecologici, economici e sociali, l’Italia non ha ancora notificato a Bruxelles il piano nazionale.

Tags: ambienteinfrazioniitalialavoratori stagionalimareUe

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