Guido Sacconi, parlamentare europeo per due mandati, dal 1999 al 2009, è scomparso ieri, 2 maggio, a 74 anni. Lo avevo conosciuto bene e incontrato spesso durante il suo instancabile lavoro come relatore di una delle normative ambientali fondamentali dell’Unione europea: il regolamento Reach sulle sostanze chimiche, adottato nel 2007. Sacconi fece tutto il possibile, con abilità e grande capacità politica, per preservare al massimo l’integrità ambientale di una normativa attaccata ferocemente da più parti, soprattutto dall’industria chimica, che profetizzava milioni di posti di lavoro persi in Europa se fosse stata adottata. Dovette accettare non pochi compromessi, e alla fine anche diverse critiche del mondo ambientalista. ma la sostanza del regolamento rimase nella versione finale.
Due principi fondamentali, in particolare, furono affermati per la prima volta nella legislazione europea: il principio di sostituzione (le sostanze dannose per la salute e per l’ambiente devono essere sostituite quando diventano disponibili delle alternative meno dannose) e il principio per cui qualunque prodotto importato da paesi terzi che contenga sostanze chimiche deve rispettare le norme dell’Ue su quelle sostanze. Alla fine, non solo non si sono realizzate le sventure paventate dall’industria chimica, ma le normative europee si sono in gran parte imposte come standard mondiali per i prodotti chimici, avvantaggiando proprio l’industria europea.
Guido Sacconi non cercava la visibilità mediatica, lavorava seriamente, tenacemente e con grande professionalità e onestà intellettuale, nel suo ruolo di negoziatore su temi di grande complessità, che gran parte della stampa considerava troppo tecnici e non seguiva in profondità (come invece accade oggi per i temi del Green Deal). Guadagnò la stima dei suoi colleghi del Parlamento europeo, e delle controparti del Consiglio Ue e della Commissione. Ma in Italia questo non gli procurò né fama, né gratitudine, e neanche il riconoscimento dovuto da parte del suo stesso partito, che non gli propose neanche, alla fine del suo secondo mandato, nel 2009, di ricandidarsi alle elezioni europee.
Guido Sacconi tornò in Italia, e il suo partito, l’Italia e l’Europa, perdettero un grande europarlamentare che avrebbe potuto darci ancora molto. Tutto questo non lo troverete scritto negli articoli e nei discorsi di commemorazione. Ma è così che io lo ricordo, con commozione e rispetto.