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Home » Politica » Europa che cambia, si allarga e diventa geopolitica. Da Strasburgo la Germania di Scholz chiama la fine dell’era del voto all’unanimità

Europa che cambia, si allarga e diventa geopolitica. Da Strasburgo la Germania di Scholz chiama la fine dell’era del voto all’unanimità

L'intervento del cancelliere tedesco Scholz alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è un appello a portare avanti importanti riforme strutturali, a partire dal processo decisionale per superare il voto all'unanimità in politica estera e in materia fiscale

Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
9 Maggio 2023
in Politica
Scholz

Strasburgo, dall’inviata – Europa geopolitica, Europa allargata e riformata, Europa aperta al futuro. E’ soprattutto un’Europa che cambia ed è in grado di trasformarsi quella disegnata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, di fronte alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, intervenendo questa mattina (9 maggio) nel consueto ciclo di dibattiti ‘Questa è l’Europa’ che in ogni sessione plenaria ospita a turno un capo di stato o di governo dell’Ue che ne tratteggia le priorità per il futuro. Questa volta la scelta è ricaduta sulla Germania di Scholz e non è stata casuale, dal momento che oggi, il 9 maggio, ricorre anche la data simbolica della Festa dell’Europa, che celebra i 73 anni della Dichiarazione di Schuman, considerata il primo vero passo verso l’integrazione europea.

https://twitter.com/europarlAV/status/1655862320256385024?s=20

Geopolitica, allargata (e riformata), aperta. Quattro gli aggettivi che usa il cancelliere di Berlino per parlare della sua idea di Europa di domani. Scholz parte dalla sfida della guerra in Ucraina per riflettere sulla necessità di cambiare il progetto europeo e chiedere di portare avanti importanti riforme strutturali, a partire dal processo decisionale. “L’Europa viene ascoltata solo quando parla con una sola voce e la brutale guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha mostrato a tutti noi quanto sia indispensabile questa consapevolezza”, ha ricordato, sottolineando che “raramente l’Unione europea è stata così unita come dopo questa infame violazione dell’ordine di pace europeo e internazionale”.

Per Scholz – come per molte altri Paesi – il processo di allargamento a Est (tra Balcani occidentali e ora anche Ucraina e Moldova) deve andare di pari passo con l’idea di una riforma nel sistema di voto. Più numerosi sono gli Stati in seno in Consiglio, più sarà difficile prendere decisioni chiave in maniera tempestiva mentre sarà più facile che le decisioni in seno al Consiglio possano essere bloccate dal veto di un solo Stato membro. Per questo, secondo molte capitali, i due processi vanno in parallelo. “Maggioranza qualificata in Consiglio sulla politica estera e sulla fiscalità”, è il motto del cancelliere a Strasburgo, che appena pochi giorni fa ha promosso con altri Paesi, tra cui l’Italia, un ‘gruppo di amici’ a sostegno del voto a maggioranza qualificata per spingere sul processo di riforma su cui spinge questa volta apertamente anche la Commissione europea.

Il cancelliere Olaf Scholz accolto al Parlamento europeo di Strasburgo dalla presidente Roberta Metsola

Agli “scettici” del cambiamento si rivolge Scholz per dire che “non è l’unanimità, non l’accordo al 100 per cento su tutte le decisioni crea la massima legittimità democratica possibile”, ma è la “ricerca di compromessi che rendano giustizia anche agli interessi della minoranza. Questo è esattamente ciò che intendiamo per democrazia liberale”, ha sottolineato. C’è poi altro punto in materia di riforme su cui Scholz si sofferma, ed è la tutela dei valori e dello stato di diritto, su cui spesso è in lotta con Paesi come l’Ungheria e la Polonia. La proposta della cancelleria di Berlino è di rafforzare i poteri in seno alla Commissione europea per avviare procedure di infrazione contro i Paesi che si allontanano dal perimetro democratico.

Scholz contro Merkel

In politica estera, il successore di Merkel sembra avere una visione molto diversa di quella dell’ex cancelliera, insistendo con forza sull’impronta geopolitica della nuova Europa. Sottolinea la necessità di una apertura verso la dimensione esterna che per lo più è sempre stata propria della Francia. Reggere la competizione globale è l’imperativo, tanto con gli alleati storici degli Stati Uniti quanto con la Cina. Su Pechino il cancelliere si sofferma per sostenere l’approccio di von der Leyen dopo le polemiche delle scorse settimane dopo il viaggio con Macron. “Nessun disaccoppiamento, ma un intelligente de-risking è il motto”, ha messo in guardia, sottolineando ancora che il “nostro rapporto con la Cina è giustamente descritto dalla triade “partner, concorrente, rivale sistemico”, anche se la rivalità e la concorrenza da parte della Cina sono indubbiamente aumentate”. Dal cambiamento climatico alla sfida migratoria (su cui Scholz auspica un accordo politico su tutte le parti del nuovo Patto europeo per le migrazioni e l’asilo entro fine 2024), per il cancelliere di Berlino il ruolo dell’Unione europea deve necessariamente passare per una nuova cooperazione con partner come l’Africa e come l’Asia. Lasciandosi alle spalle quella che definisce una “visione eurocentrica” dei decenni passati, tipica del colonialismo. Così come bisogna lasciarsi alle spalle l’idea di un ordine mondiale bipolare o tripolare. Il mondo del 21° secolo sarà multipolare, e l’Unione europea deve fare la sua parte per avere un ruolo di primo piano.

Tags: germaniaOlaf Scholzparlamento europeounione europea

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