Bruxelles – Lufthansa dovrà restituire gli aiuti da sei miliardi di euro concessi dal governo tedesco nell’ambito delle misure di sostegno per la crisi COVID-19, con Berlino che dovrà recuperare quanto concesso alla compagnia di bandiera. Il Tribunale dell’Ue annulla la decisione del 20 giugno 2020 con cui l’Antitrust comunitario aveva concesso l’intervento statale per il vettore. I giudici di Lussemburgo ritengono che i servizi della Commissione siano incorsi in “vari errori”. Essendo viziata da irregolarità, la decisione è dunque annullata.
In particolare, rileva l’organismo di giustizia di Lussemburgo, è stato ritenuto che la compagnia aerea non fosse in grado di reperire finanziamenti sui mercati per la totalità del suo fabbisogno, “omettendo di esigere un meccanismo che incentivasse Lufthansa a riacquistare la partecipazione della Germania il più rapidamente possibile”. Non solo. Sarebbe stata “negata” l’esistenza di un “notevole” potere di mercato di Lufthansa in taluni aeroporti, e così facendo non sarebbe stata garantita una concorrenza effettiva sul mercato.
Uno dei punti su cui la Commissione, a detta del Tribunale Ue, non ha condotto le valutazioni del caso, è quello delle bande orarie di decollo e atterraggio (slot). In base alla regole Ue, se il beneficiario di una misura di ricapitalizzazione COVID-19 superiore a 250 milioni di euro è un’impresa che dispone di un notevole potere di mercato su almeno uno dei mercati rilevanti in cui opera, gli Stati membri devono proporre misure supplementari per preservare una concorrenza effettiva su questi mercati. Negli aeroporti di Francoforte e Monaco di Baviera si contesta la cessione degli slot dietro pagamento anziché gratuitamente. Qui la Commissione non ha saputo motivare la decisione per il via libera.
Tutto da rifare, dunque. La Commissione può fare ricorso alla Corte contro la decisione del Tribunale.