Bruxelles – Per Ignazio Corrao non ci si trova di fronte al libro dei sogni, ma la proposta di riforma del mercato elettrico è comunque un buon punto di partenza su cui lavorare perché fin qui assente dall’agenda politica a dodici stelle. Tuttavia, confida l’europarlamentare dei Verdi membro della commissione Industria nell’intervista concessa a Eunews e Gea, quanto messo sul tavolo “è un dono all’industria nucleare” che per i Greens non è accettabile. “La transizione verde deve basarsi su fonti rinnovabili al cento per cento”, ma “meglio correre ai ripari adesso” che attendere ancora.
Eunews: Come valuta l’assenza di una proposta di disaccoppiamento dei prezzi luce/gas nella proposta della commissione?
Ignazio Corrao: “Dalla nostra prospettiva di verdi europei non possiamo che apprezzare il fatto che la Commissione non abbia accolto questa istanza, come gruppo siamo contrari al disaccoppiamento e per il mantenimento del ‘merit order’”.
E: La riforma del mercato elettrico non arriva troppo tardi? Non c’è il rischio che nel farla sulla scia della guerra in atto, e quindi di fretta, si abbia una riforma non sufficientemente ambiziosa?
I.C: “Ma come dice lei siamo in già in ritardo quindi meglio correre ai ripari adesso e non aspettare un altro decennio. La guerra ha solo accelerato decisioni che dovevano essere prese prima, non solo da un punto di vista geopolitico, che ha evidenziato le nostre dipendenze e mostrato le nostre debolezze, ma soprattutto industriale. Quello che è successo negli ultimi 18 mesi ha di fatto messo a nudo la mancanza di coraggio verso un mercato elettrico che deve essere incentrato sulle energie rinnovabili senza aprire lo spiraglio a nuove dipendenze (gas o nucleare) che ci porterebbero a nuovi ricatti sul medio lungo termine senza dimenticare gli obiettivi climatici. Sono riforme chieste dagli stessi mercati e investitori. Con o senza politica saranno comunque loro a dare il futuro slancio ad un mercato elettrico che deve cambiare paradigma il prima possibile e allontanarsi dalla logica delle fossili”.
E: Si riuscirà a trovare un accordo entro la fine della legislatura?
I.C: “Penso che l’obiettivo sia terminare il primo possibile e dare un segnale ai cittadini europei prima delle elezioni. I mesi tra ottobre e dicembre saranno cruciali”.
E: Teme che con gli emendamenti qualche gruppo possa annacquare la proposta?
I.C: “Certo il rischio è dietro l’angolo e partiti di destra come Ppe, Ecr o Id faranno di tutto per tenere aperte le porte alle fossili. Senza contare la clamorosa spinta sul nucleare di Renew che può contare sul partito di Macron e il supporto di vari paesi dell’est. Giochi di potere e negoziazioni che posso far male alla proposta”.
E: come Verdi, come valutate questa proposta di riforma?
I.C: “Dal punto di vista prettamente personale vedo la proposta come una copia sbiadita in bianco e nero. Certo la proposta mira a evitare l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità in futuro. Tuttavia, insieme al mio gruppo politico GREEN/EFA sono molto critico sul fatto che le energie rinnovabili e l’energia nucleare ricevano pari trattamento. La proposta è un dono all’industria nucleare e una ridistribuzione dal basso; dalle tasche dei consumatori alle imprese dell’energia nucleare. L’energia nucleare non è compatibile con un approvvigionamento energetico sostenibile. Investire nel nucleare significa investire nel passato. L’energia nucleare è costosa e dipende da massicci sussidi statali. La transizione verde deve basarsi su fonti rinnovabili al cento per cento.
Per quanto concerne invece l’introduzione del divieto di disconnessione elettrica è un grande successo. Noi come Green abbiamo chiesto tariffe elettriche scontate per le famiglie a basso reddito. Illuminazione e riscaldamento non devono diventare beni di lusso. Le persone hanno diritto all’energia, a contratti equi e alla libertà di produrre e condividere la propria energia.
Fortunatamente, ci si è resi conto che non è stato il fallimento del mercato a causare l’impennata delle bollette elettriche dello scorso anno, bensì la dipendenza dal gas fossile e i prezzi estremamente alti che ne derivavano. Dobbiamo sviluppare fonti energetiche alternative e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
La proposta della Commissione di vietare le interruzioni dell’elettricità per le persone che non possono pagare le bollette dell’elettricità è un grande successo. Ricordiamoci che le energie rinnovabili, essendo le energie più economiche, mantengono il loro vantaggio competitivo e possono continuare ad essere le prime ad essere immesse nella rete elettrica europea. Il prezzo all’ingrosso sul mercato continuerà ad essere determinato dalla tecnologia più costosa, come il gas naturale. Ecco perché’ lo stesso mercato si autoregolerà con il tempo”.
E: Giusto tassare gli extra-profitti dei ricavi marginali solo in tempi di crisi o sarebbe preferibile avere un meccanismo permanente?
I.C: “Stiamo parlando di ricavi marginali, non vedo il problema per non estendere la tassazione anche con un meccanismo permanente soprattutto in un periodo di crisi permanente per i cittadini vulnerabili che aumentano giorno dopo giorno delle diseguaglianze economiche e sociali. Stiamo parlando di extra profitti di imprese che hanno decine se non centinaia di miliardi di euro, sia in periodo di crisi che non. Sicuramente non è un costo per loro soprattutto se gli extra profitti si trasformano in “coupon milionari” per pochi azionisti”.