Bruxelles – Raddoppiare la flotta aerea di riserva per contrastare gli incendi che nell’estate 2023 senza dubbio scoppieranno in diverse aree del continente europeo. La Commissione Europea ha reso noti i propri preparativi per affrontare la nuova stagione estiva alle porte, che prevedono un aumento significativo della flotta aerea antincendio e delle squadre di vigili del fuoco, una nuova squadra di supporto e un piano di valutazione che permetterà agli Stati membri di prepararsi alla prevenzione e alla risposta delle emergenze.
“Temiamo un’altra stagione intensa di incendi, perché c’è un chiaro trend nel corso degli anni sull’aumento della frequenza e dell’intensità“, è l’avvertimento lanciato oggi (30 maggio) dal commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, presentando i preparativi per la lotta contro gli incendi al Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue, proprio in occasione del decimo anniversario dall’istituzione del Centro. A questo si sommano “condizioni di siccità che sono già più intense della media in molte parti d’Europa“, ha aggiunto Lenarčič: “Questo, insieme all’ondata di caldo che ci aspettiamo in estate, è un fattore scatenante”. Il piano della Commissione prevede di mettere a disposizione delle operazioni attuate dalla flotta della riserva rescEu un numero complessivo di 28 tra aerei ed elicotteri antincendio (rispettivamente 24 e 4), provenienti da dieci Stati membri: Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia. “Tutti i 28 mezzi sono finanziati dalla Commissione almeno per l’intera stagione estiva, da metà giugno a fine ottobre per gli aerei e tra luglio e agosto per gli elicotteri“, ha precisato Lenarčič. Dall’Italia saranno messi a disposizione quattro aerei, due da lancio medi e due leggeri.
L’impegno dell’esecutivo comunitario per l’aumento delle capacità nella lotta contro gli incendi era stato reso noto dalla stessa presidente, Ursula von der Leyen, durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione del settembre 2022. “Non lavoriamo solo sulla risposta, ma anche sulla prevenzione per affrontare questa sfida negli anni a venire”, ha ricordato Lenarčič le promesse di von der Leyen, a proposito della nuova metodologia di valutazione degli incendi sviluppata nell’ambito del piano d’azione per la prevenzione. Si tratterà di uno strumento che aiuterà i Paesi a valutare le proprie capacità e sosterrà lo scambio di buone pratiche nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue. In questo senso “espanderemo il pre-posizionamento dei team messi a disposizione dagli Stati membri” – con 450 vigili del fuoco aggiuntivi in Francia, Grecia e Portogallo – “e stabiliremo anche un nuovo team di supporto contro gli incendi“, che sarà dedicato al monitoraggio e all’analisi in tempo quasi reale della situazione degli incendi da metà giugno a metà settembre.
“Mai come in questi ultimi due anni il Centro è stato così impegnato, abbiamo visto il continuo aumento della frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi”, ha sottolineato Lenarčič, ricordando che “ormai abbiamo un numero annuale di richieste di assistenza tra le quattro e le cinque volte più alto rispetto all’inizio delle operazioni“. In altre parole, “siamo nel pieno di una crisi climatica, con un aumento di disastri naturali come le alluvioni in Italia e gli incendi come quelli dell’estate scorsa“, che costringono il Meccanismo di protezione civile dell’Ue al “dispiegamento record degli asset per aiutare gli Stati membri ad affrontare gli incendi”.
Gli strumenti Ue per la lotta contro gli incendi
Per la lotta contro gli incendi lo strumento principe è il Meccanismo di protezione civile dell’Ue. Istituito nel 2001 dalla Commissione, è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi.
Un altro strumento, parte sempre del Meccanismo, è il pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: nel corso dell’estate scorsa la Commissione ha finanziato anche il mantenimento di una flotta antincendio rescEu aggiuntiva in stand-by, messa a disposizione da Italia, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Svezia. A Bruxelles si sta sviluppando anche una riserva per rispondere a incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.