Bruxelles – Se l’ultimo rapporto di Reportes Sans Frontières aveva confermato il relativo stato di salute della libertà di stampa in Europa, è vero però che i dati raccolti dalla Coalition Against Slapps in Europe (Case) dimostrano che gli ultimi tre anni hanno fatto registrare il record di casi di azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (Slapp) nei 27 Stati membri.
L’aumento progressivo di azioni legali progettate per censurare, intimidire e mettere a tacere le voci critiche di giornalisti e difensori dei diritti umani, gravandoli con spese legali elevate – secondo il Consiglio d’Europa nel 2021 ammontavano a più di mezzo milione di euro in Ue – e lunghe procedure senza alcuna intenzione di vincere effettivamente la causa, ha spinto la Commissione europea a proporre una direttiva anti Slapp nell’aprile 2022. Oggi (9 giugno), a distanza di oltre un anno, i ministri della Giustizia dei 27 Paesi membri hanno raggiunto una posizione comune sul progetto di legge che dovrebbe combattere i procedimenti giudiziari temerari che minano la libertà d’espressione.
“L’accordo di oggi rappresenta una base solida per proficue negoziazioni, sono convinto che arriveremo rapidamente a delle conclusioni”, ha dichiarato in conferenza stampa il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders. Sulla base dell’orientamento condiviso dai ministri, le vittime di azioni legali intimidatorie beneficeranno di una serie di garanzie e tutele procedurali. Tutele che vanno nella direzione di accorciare le tempistiche di tali procedimenti e di spostare l’onere dei costi a chi avvia la causa.
I tribunali potranno decidere infatti che il ricorrente fornisca una garanzia per i costi del procedimento, compresi quelli della rappresentanza legale della vittima. I giudici potranno inoltre ricorrere all’archiviazione anticipata di procedimenti ritenuti infondati e decidere di imporre “sanzioni dissuasive” a chi avvia azioni legali abusive. La direttiva della Commissione assicura infine la protezione di giornalisti e attivisti domiciliati nell’Unione Europea contro le sentenze emesse dai tribunali dei Paesi extra UE, in base a procedimenti ritenuti “infondati” dalla legge dello Stato membro.
Secondo il ministro della Giustizia svedese, Gunnar Strömmer, i 27 sono riusciti a trovare un equilibrio tra la tutela contro l’abuso dei procedimenti civili e la necessità di garantire il diritto a un effettivo accesso alla giustizia. “Una preoccupazione importante era che la direttiva non impedisse il perseguimento di reclami legittimi presso i tribunali”, ha ammesso Strömmer. L’accordo di oggi dà il via libera alle negoziazioni con il Parlamento europeo, nelle quali verrà confezionata la legge finale.