Bruxelles – Ue-Google, la Commissione europea apre un nuovo capitolo nel braccio di ferro sulla concorrenza e il suo rispetto nel mercato unico. L’Antitrust comunitario ritiene che il colosso statunitense del web abbia violato le regole Ue abusando della sua posizione dominante di mercato, “distorcendo la concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria (‘adtech’)” e quindi nel mercato della pubblicità online. Si contesta, spiega la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager annunciano l’apertura dell’inchiesta, il fatto che Google “favorisca i propri servizi tecnologici di pubblicità display online a scapito di fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, inserzionisti ed editori online”.
“Google ha una posizione di mercato molto forte nel settore della tecnologia pubblicitaria online”, e di per sé non è un problema, spiega Vestager. “Si può essere dominanti, perché non siamo contro il successo” nel mercato, “ma non siamo per pratiche inique che derivino dalla forza” che si ha sul mercato.
Dopo verifiche preliminari sembra che “almeno dal 2014” favorisca il proprio scambio di annunci AdX nell’asta di selezione degli annunci gestita dall’ad server dell’editore dominante DFP, ad esempio, informando AdX in anticipo del valore della migliore offerta dei concorrenti che ha dovuto battere per vincere l’asta. Inoltre, avrebbe continuamente favorito il suo scambio di annunci AdX nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci Google Ads e DV360 fanno offerte sugli scambi di annunci. Ad esempio, Google Ads evitava gli scambi di annunci concorrenti e faceva principalmente offerte su AdX, rendendolo così lo scambio di annunci più interessante.
Detto in termini più semplici e meno tecnici, la Commissione teme che i “presunti comportamenti intenzionali” di Google mirassero a conferire ad AdX un vantaggio competitivo e potrebbero aver precluso gli scambi di annunci rivali. Ciò avrebbe rafforzato il ruolo centrale di AdX di Google nella catena di fornitura adtech e la capacità di Google di addebitare una tariffa elevata per il suo servizio.ù
La compagnia adesso avrà tempo di produrre la sua difesa. Se la Commissione Ue dovesse confermare dubbi e accuse, per Google potrebbe scattare un’ammenda pari fino al 10 per cento del fatturato mondiale annuo della società.