Bruxelles – “Spetta ai governi guidare la lotta contro il cambiamento climatico e onorare i loro impegni a finanziare la transizione”. Christine Lagarde sferza la politica, che è essenzialmente quella dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. A cui la presidente della Banca centrale europea chiede determinazione e un’azione a tutto campo per tradurre in atto il Green Deal su suolo europeo e dare seguito, con rinnovata convinzione, agli impegni assunti in ambito internazionale.
“Le economie sviluppate devono dare l’esempio e onorare l’impegno per il clima di 100 miliardi di dollari assunto 14 anni fa alla COP15 di Copenaghen”. Perché è vero, ribadisce al Vertice per un nuovo patto di finanziamento globale a Parigi, che “le banche centrali di tutto il mondo possono e devono, nell’ambito dei loro mandati, sostenere un sistema finanziario più verde”. Ma senza la volontà politica non si va da nessuna parte. Soldi da trovare e volontà sono le due chiavi di volta per il successo della transizione, come messo in risalto anche nel corso dell’evento sulla finanza sostenibile di Gea e Eunews.
La corsa agli investimenti e all’attrazione del capitale privato necessario per un nuovo modello economico-produttivo non deve limitarsi al vecchio continente. “Dobbiamo identificare e rimuovere le barriere pubbliche e private alla finanza verde in tutto il mondo, ove possibile”, insiste la presidente della Bce. Che vede nei consessi internazionali le sedi migliori per provare a imprimere una vera svolta ‘green’. “I governi possono spingere per la riforma dell’architettura finanziaria multilaterale”, a cominciare dal G20, l’insieme delle principali economie mondiali ch annovera anche Paesi che possono agire da attori in grado di imprimere una svolta vera. “Il G20, quest’anno sotto la presidenza indiana, può svolgere un ruolo chiave nello sbloccare ulteriori finanziamenti”.
L’agenda nell’agenda, dunque. Quella europea per l’Unione europea, e poi quella di politica estera. “I governi dovrebbero anche mobilitare finanziamenti privati attuando politiche di transizione e creando un quadro solido e stabile per attrarre flussi di capitali a livello nazionale e globale”. Un’opzione non più rinviabile e anzi quanto mai doverosa. “Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati in tutto il mondo e la soglia critica di 1,5°C per le temperature annuali sarà probabilmente superata in almeno un anno prima del 2027“. Con tutto ciò che ne deriva.
“Siccità, ondate di caldo e inondazioni da record stanno già affliggendo il mondo”, ricorda Lagarde. E’ tempo di “affrontare il problema più urgente del nostro tempo”. Ma servirà leadership vera. Un pro-memoria ai governi europei.