Bruxelles – Dalla decisione “probabile” alla mossa certa. La Banca centrale europea tornerà ad aumentare i tassi di interesse anche a luglio. Un’anticipazione offerta dalla presidente della Bce in persona, Christine Lagarde, in occasione del forum della banca centrale a Sintra, in Portogallo. “Il nostro lavoro non è finito. Salvo un cambiamento sostanziale delle prospettive, continueremo ad aumentare i tassi a luglio”.
Parole che non dovrebbero sorprendere. La linea di Francoforte è ormai chiara: continuare così finché non sarà riportata ai livelli di riferimento del 2 per cento un’inflazione di base (al netto dei prezzi dell’energia) considerata ancora troppo elevata. Lagarde lo chiarisce una volta di più. “Ci impegniamo a raggiungere questo obiettivo qualunque cosa accada“. Una determinazione dettata dal fatto che “l’inflazione nell’area dell’euro è troppo alta ed è destinata a rimanere tale per troppo tempo”. Perché, sottolinea il capo dell’Eurotower, anche se “stiamo assistendo a un calo del tasso di inflazione man mano che gli shock che originariamente l’avevano fatta salire diminuiscono”, allo stesso tempo “la trasmissione di questi shock è ancora in corso, rendendo più lento il calo dell’inflazione e più persistente il processo inflazionistico”.
La linea sposata dalla Bce è oggetto di critiche. Più che preoccupato, nello specifico, Antonio Tajani. “Non credo sia nell’interesse della crescita continuare ad aumentare i tassi”, dice il ministro degli Esteri e leader pro tempore di Forza Italia al congresso Confsal. “Quando i tassi di interesse diventano troppo alti si rischia la recessione e questo non deve assolutamente accadere”.
Ma Lagarde e il suo staff ragionano in altri termini. “Se le imprese dovessero riguadagnare il 25 per cento del margine di profitto perduto” tra pandemia ed effetti della guerra in Ucraina, “nel 2025 sarebbe sostanzialmente superiore alla linea di base, quasi al 3 per cento”. Da qui la necessità, almeno così la giustifica la francese, di andare avanti. “Abbiamo bisogno di una politica più persistente, che non solo produca un inasprimento sufficiente oggi, ma mantenga anche condizioni restrittive fino a quando non potremo essere certi” che la spirale inflattiva non sia davvero superata.