Bruxelles – Dal sostegno finanziario all’Ucraina oltre il 2023, alle migrazioni passando dall’assenza della richiesta di un vero Fondo europeo di sovranità per finanziare la transizione dell’industria verde. Prenderà il via domani (29 giugno) e venerdì a Bruxelles il Consiglio europeo, l’ultimo – al netto di convocazioni straordinarie – prima della pausa estiva. Un Vertice di dibattito e confronto “delicato”, come lo definiscono fonti europee alla vigilia dell’incontro. Un Vertice di indirizzo politico e di orientamento, da cui però, fanno sapere fonti diplomatiche, come spesso accade non si attendono decisioni significative.
Il Vertice dei leader inizierà domani all’ora di pranzo dopo una colazione di lavoro con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e il consueto scambio di idee con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Il primo dibattito sarà quello sull’Ucraina, che sarà aperto dall’ormai tradizionale video-intervento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il confronto tra i leader arriva a meno di un mese dalla distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, situata nelle aree occupate dai russi della regione di Kherson, nel sud del Paese. I leader, stando alle prime versioni della bozza di conclusioni, condanneranno “con la massima fermezza” la distruzione della diga da parte russa e sottolineando i rischi che ciò comporta per la sicurezza della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. “La distruzione di infrastrutture civili si qualifica come crimine di guerra”, ricorderanno i leader. Ma il grande “elefante nella stanza” sarà la situazione di instabilità politica interna alla Russia, anche se i vertici comunitari hanno sempre messo in chiaro che le azioni dell’entità militare privata Wagner e del suo leader Yevgeny Prigozhin e la risposta del Cremlino rimangono un affare interno della Russia, in cui nessuno vuole entrare.
I capi di stato e governo dell’Ue ribadiranno il loro sostegno forte all’Ucraina e parte delle discussioni relative alla Russia riguarderanno la questione del congelamento degli asset, con cui tra l’altro finanziare parte della ricostruzione dell’Ucraina. Una discussione che le stesse fonti definiscono “complessa”, dal momento che ci sono varie opinioni e opzioni sul tavolo tra cui quella di tassarli, anche se l’idea è di trovare un consenso tale da farlo tutti insieme, a 27. In serata, a cena, sarà la volta del dibattito sulla gestione europea dei flussi migratori. Alla luce di un fresco accordo in Consiglio Ue su alcune parti del nuovo patto sulle migrazioni e l’asilo, la presidenza del Consiglio europeo ha ricevuto alla vigilia del Vertice un certo numero di richieste da 9 Paesi per soluzioni innovative in materia di gestione del fenomeno, anche se i Paesi in questione non hanno chiarito che cosa possa significare una “soluzione innovativa”.
Economia e relazioni esterne, in particolare con la Cina, saranno i temi dominanti della seconda giornata di Vertice che si chiuderà venerdì. Quanto ai rapporti con Pechino, è attesa nelle conclusioni la riaffermazione della necessità di impegno sulle sfide comuni, come il cambiamento climatico, ma allo stesso tempo di rispetto delle regole commerciali in una condizione di reciprocità e dentro il perimetro di una politica di de-risking. I leader passeranno poi a discutere del capitolo economia, facendo un punto su tutte le misure adottate fino a questo momento per contrastare gli effetti della crisi economica ed energetica trainata dalla guerra di Russia in Ucraina. Nel testo delle conclusioni ci sarà un esplicito riferimento alla necessità di raggiungere un accordo politico tra co-legislatori entro la fine della legislatura sui pilastri normativi del Piano industriale per il Green Deal e sulla riforma del patto di stabilità e crescita entro fine anno.
I leader dovrebbero chiedere all’Esecutivo comunitario di realizzare una valutazione d’impatto sull’Ira, ma sembra che non ci sia per il momento l’intenzione di fare pressione sulla Commissione per presentare un Fondo di sovranità per finanziare la transizione dell’industria. La proposta doveva arrivare nel quadro della revisione intermedia del bilancio a lungo termine, la proposta di revisione del bilancio pluriennale è arrivata lo scorso 20 giugno ma di un Fondo di sovranità non c’è traccia. La Commissione Ue ha messo la ‘competitività’ industriale tra le tre priorità di questa revisione di medio termine (insieme all’Ucraina e alle migrazioni, per un valore totale di 66 miliardi di euro) ma ha proposto la creazione di una nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (chiamata con l’acronimo “Step”), attraverso cui Bruxelles chiede agli Stati membri di mobilitare altri 10 miliardi di euro per aumentare il budget di alcuni programmi già esistenti, tra cui InvestEu (3 miliardi), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5 miliardi) e Fondo europeo per la difesa (1,5). A quanto si apprende non c’è intenzione di risollevare il punto o di inserire un riferimento esplicito alla richiesta di un Fondo di sovranità. Discussioni, spiegano fonti, andranno fatte a livello tecnico per capire se la portata della proposta della Commissione europea è sufficiente a coprire le necessità di finanziamento.