Bruxelles – Una sintesi del Piano integrato clima ed energia (Pniec) aggiornato dall’Italia ha raggiunto gli uffici della Commissione europea a Bruxelles, non ancora documento completo e rivisto. Nonostante l’annuncio pubblicato venerdì dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica di aver trasmesso la bozza di piano rivisto a Bruxelles nei tempi richiesti del 30 giugno, solo la sintesi del Pniec aggiornato ha lasciato la capitale e il documento finale, in fase di revisione, dovrebbe essere trasmesso la sede della Commissione europea nelle prossime due settimane.
Lo ha confermato il titolare del Mase, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo questa mattina al X Ecoforum di Legambiente e spiegando che il documento è in fase “di drafting, di definizione e impaginazione. Siamo in dirittura d’arrivo. Ed è il quadro complessivo con la previsione al 2030”. Un quadro “realistico – aggiunge – rispetto al Pniec 2019 ed è quello che noi prevediamo come percorso al 2030 su tutto il fronte energetico che è la base del cambiamento ambientale che dobbiamo avere. Da questo momento si apre il confronto. Questa è la proposta, il Pniec arriverà al 30 di giugno del 2024. Sia con il confronto con l’Unione Europea che a livello nazionale”.
L’Italia non è sola. Alla scadenza formale dello scorso venerdì, solo Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Spagna hanno presentato i piani aggiornati, che ora dovranno ricevere il via libera della Commissione Ue. L’Esecutivo fa sapere di star lavorando “a stretto contatto” con gli altri Stati membri “per garantire la tempestiva presentazione dei loro piani”. La Commissione ha tempo fino alla fine dell’anno per pubblicare una valutazione dei piani rivisti, che si concentrerà “in particolare sulla sufficienza delle misure delineate dagli Stati membri per raggiungere collettivamente gli obiettivi del 2030” in materia di clima ed energia, come spiegano a GEA fonti Ue. Gli Stati membri dovranno quindi presentare i loro piani aggiornati definitivi entro il 30 giugno 2024, tenendo conto delle raccomandazioni della Commissione.
I Pniec sono stati introdotti dal regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima, adottato nel 2019, e individuano le linee d’azione con cui i Ventisette governi intendono centrare gli obiettivi delle 5 dimensioni dell’Unione dell’energia: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività. Per gli Stati membri è arrivato il momento di rivedere i piani e sarà ancora più importante alla luce dei target su rinnovabili ed efficienza energetica dell’Ue rivisti al rialzo dalla Commissione europea nel pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, attraverso le revisioni della direttiva rinnovabili ed efficienza.
I piani nazionali dovrebbero già riflettere questi cambiamenti nella politica climatica ed energetica dell’Ue, lo ha chiarito a più riprese la Commissione europea nei mesi scorsi nelle parole della commissaria per l’energia, Kadri Simson. Ci sono poi da tenere a mente gli obiettivi di ‘REPowerEu’, il piano presentato a maggio di un anno fa per azzerare la dipendenza energetica dai combustibili fossili russi. Tra gli obiettivi, il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l’energia geotermica e solare termica nei sistemi di teleriscaldamento modernizzati e comunali. Un anno fa l’Unione europea si è impegnata a porre fine alla dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili e i piani nazionali per l’energia e il clima sono gli strumenti per rendere questo passaggio irrevocabile.