Bruxelles – Con un giugno più caldo di sempre e con le temperature del pianeta più alte registrate nella storia, le condizioni per una stagione di incendi come mai prima d’ora ci sono tutte. L’Unione Europea si sta preparando da mesi per non farsi trovare impreparata e ora i lavori si sono intensificati, con le squadre di vigili del fuoco coordinate da Bruxelles che si stanno posizionando nei luoghi più critici di questa stagione ad alto rischio incendi.
“Squadre di vigili del fuoco provenienti da tutta Europa si dispiegano in aree ad alto rischio per addestrare e supportare i soccorritori locali in caso di grandi incendi”, ha reso noto oggi (5 luglio) la direzione generale della Commissione Ue per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (Dg Echo), annunciando il pre-posizionamento strategico nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue: “I vigili del fuoco di Francia, Germania e Romania sono già in attesa in Grecia e utilizzano questo tempo per addestrarsi, scambiare conoscenze e competenze”. Al centro delle preoccupazioni di Bruxelles non c’è solo la penisola greca, ma anche il sud della Francia, dopo l’agosto disastroso del 2022: “Un gruppo di vigili del fuoco polacchi è in Francia, in addestramento e in standby per supportare i soccorritori locali in caso di incendio grave”, ha annunciato sempre Dg Echo.
Questi movimenti di squadre di vigili del fuoco rientrano nel piano annunciato lo scorso 30 maggio dal commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, per prepararsi alla stagione degli incendi 2023. Oltre al raddoppio della flotta della riserva rescEu a 28 tra aerei ed elicotteri antincendio (rispettivamente 24 e 4) provenienti da dieci Paesi – Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia – uno dei punti-cardine della strategia di Bruxelles è quella di espandere il pre-posizionamento dei team rescEu messi a disposizione dagli Stati membri. Si tratta nello specifico di 450 vigili del fuoco aggiuntivi in Francia, Grecia e Portogallo e di un nuovo team di supporto contro gli incendi, che sarà dedicato al monitoraggio e all’analisi in tempo quasi reale della situazione degli incendi da metà giugno a metà settembre.
Gli strumenti Ue per la lotta contro gli incendi
Per la lotta contro gli incendi lo strumento principale è il Meccanismo di protezione civile dell’Ue. Istituito nel 2001 dalla Commissione, è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi.
Un altro strumento, parte sempre del Meccanismo, è il pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: nel corso dell’estate 2022 la Commissione ha finanziato il mantenimento di una flotta antincendio rescEu aggiuntiva in stand-by – messa a disposizione da Italia, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Svezia – che quest’anno è diventata parte del raddoppio della flotta principale. A Bruxelles si sta sviluppando anche una riserva adibita a rispondere a incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.