Bruxelles – Luce verde da Strasburgo a target rafforzati di efficienza energetica e un obbligo per gli Stati membri a rinnovare ogni anno almeno il 3 per cento della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione. L’Europarlamento riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha dato oggi (11 luglio) il via libera definitivo con 471 voti a favore, 147 contrari e 17 astenuti alla revisione della Direttiva sull’efficienza energetica (risalente al 2018), uno dei dossier chiave proposti dalla Commissione europea nel pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ presentato a luglio 2021 come una tabella di marcia per abbattere le emissioni del 55 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990).
L’accordo con gli Stati membri Ue sulla revisione della direttiva era stato raggiunto lo scorso 10 marzo, fissando l’obiettivo di ridurre collettivamente il consumo finale di energia dell’11,7 per cento nel 2030, rispetto alle previsioni formulate nel 2020. La Commissione europea aveva proposto nel 2021 un obiettivo di risparmio energetico del 9 per cento, poi aumentato al 13 per cento a maggio scorso, nel piano ‘REPowerEU’. L’Europarlamento spingeva invece per un risparmio energetico primario e finale del 14,5 per cento in più entro il 2030. I due colegislatori dell’Ue hanno infine concordato per l’11,7 per cento. Secondo l’intesa, tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’Ue attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC), che dovranno essere aggiornati per il 2023 e il 2024.
Sarà la Commissione europea a calcolare se tutti i contributi si sommano all’obiettivo dell‘11,7 per cento e, in caso contrario, apporterà rettifiche ai contributi nazionali inferiori. L’intesa prevede inoltre un aumento graduale dell’obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo finale di energia dal 2024 al 2030: gli Stati membri dovranno garantire un risparmio dell’1,3 per cento nel periodo fino alla fine del 2025, per poi arrivare progressivamente all’1,9 per cento nel ultimo periodo fino alla fine del 2030. L’Europarlamento ha insistito affinché fosse rafforzato in particolare il contributo al risparmio del settore pubblico: l’accordo prevede un obiettivo di riduzione del consumo energetico dell’1,9 per cento del settore pubblico, con un obbligo dei paesi dell’UE di rinnovare ogni anno almeno il 3 per cento della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione. Quanto alle aziende, l’intesa non prevede obblighi ma una esortazione a diventare più efficienti dal punto di vista energetico.
Il relatore del provvedimento, l’europarlamentare Niels Fuglsang, si è detto compiaciuto della “solida maggioranza per la nuova direttiva Ue sull’efficienza energetica che ho negoziato in qualità di relatore. La direttiva fissa un obiettivo vincolante dell’11,7% per la riduzione del consumo finale di energia entro il 2030. Sono orgoglioso di questa vittoria per l’Europa e per il clima”, ha scritto in un tweet. Anche la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, ha parlato di “buone notizie” sull’accordo, dal momento che il testo è “cruciale per un costo efficiente della transizione verde. Aiuta a tenere sotto controllo le bollette energetiche e i costi di investimento”. L’accordo deve ora essere formalmente adottato anche in sede di Consiglio Ue, presumibilmente alla riunione dei ministri dell’agricoltura che si terrà il 25 luglio.