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Home » Politica Estera » È di nuovo Ue-Celac, 8 anni dopo. Energia e materie critiche alla base dei nuovi rapporti con Caraibi e America Latina

È di nuovo Ue-Celac, 8 anni dopo. Energia e materie critiche alla base dei nuovi rapporti con Caraibi e America Latina

Il 17 e 18 luglio il vertice dei 27 Ue con rappresentanti da 33 Paesi latino-americani. Prevista la firma di memorandum d'intesa con Argentina, Cile e Uruguay, si lavora alla dichiarazione finale del summit: cooperazione economica e transizione verde in cima alla lista. In agenda anche la guerra in Ucraina, ma Zelensky non ci sarà

Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
14 Luglio 2023
in Politica Estera
ue celac

Bruxelles – Tutto pronto per il terzo summit tra l’Unione Europea e la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac). L’ultima volta è stata nel 2015, nel mezzo una pandemia e ora la guerra in Ucraina, senza contare il terremoto provocato dalla presidenza di Jair Bolsonaro in Brasile sulle relazioni tra l’Ue e il continente sudamericano.

Lunedì 17 e martedì 18 luglio ci saranno tutti, i 27 Paesi Ue e i 33 membri della Celac, oltre al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. Due giorni per discutere di come rafforzare ulteriormente il partenariato tra due comunità dalle visioni simili, che possa contribuire a realizzare una duplice transizione verde e digitale equa e a ribadire il sostegno verso l’ordine internazionale minato dall’invasione della Russia in Ucraina.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva (16 giugno 2023)

Imbastito da von der Leyen in occasione del suo recente tour nei principali Paesi del continente, il vertice vedrà la firma di importanti memorandum d’intesa incentrati sull’approvvigionamento energetico e di materie prime critiche con Argentina, Cile e Uruguay. E il proseguo del dialogo che nei piani di Bruxelles dovrà portare entro la fine dell’anno a finalizzare l’accordo commerciale con il blocco dei Paesi del Mercosur, in stallo dal 2019, e l’aggiornamento del partenariato globale con il Messico.

Ma oltre agli accordi bilaterali e regionali, il summit dovrà partorire una dichiarazione congiunta su cui, come rivelato da fonti europee, “si stanno facendo progressi”. Non sempre facili, perché si tratta di mettere d’accordo 60 Paesi, di cui 33 – del Celac – non hanno un vero coordinamento unificato. Il paragrafo più scivoloso sembra essere quello relativo alla guerra in Ucraina, vista la presenza di Paesi come Cuba e Nicaragua che hanno riconosciuto il referendum con cui nel 2014 Mosca aveva annesso la Crimea, e dello stesso Brasile, che ha scelto di astenersi sulle due risoluzioni delle Nazioni Unite di condanna all’invasione russa. Fonti del Consiglio hanno smentito alcune indiscrezioni di un intervento in videocollegamento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che non parteciperà al vertice.

Se in ogni caso nella dichiarazione finale si cercherà di “trovare il quadro comune su come ci riferiamo alla guerra in Ucraina”, meno pericoloso concentrarsi sulle relazioni bilaterali, a maggior ragione a distanza di otto anni dall’ultima volta. E allora avranno maggiore peso il finanziamento della lotta al cambiamento climatico, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda Onu per il 2030 e le iniziative d’investimento nella regione attraverso Global Gateway, la strategia di finanziamento da 300 miliardi di euro con cui l’Unione europea aspira a dar vita a un’alternativa alla Via della Seta cinese.

Verosimilmente l’Ue dovrà rispondere alle preoccupazioni sollevate da diversi Paesi latini sulla legge europea sulla deforestazione, che rischia di minare una fetta considerevole di export per il continente sud americano. “Non stiamo proponendo sanzioni – ribadiscono fonti Ue – vogliamo lavorare con i nostri partner”. Per esempio il Brasile, con il ritorno al timone di Lula, avrebbe ridotto di un terzo le attività di deforestazione. “Questo è quello che cerchiamo”, confermano le fonti. Per dare ulteriore vigore a un’interconnessione economica che nel 2021 contava un volume di scambi commerciali da oltre 300 miliardi di euro, i leader di Ue e Celac si impegneranno inoltre a regolarizzare i summit ogni due anni.

Tags: America latinamaterie prime critichemercosurUe-Celac

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