Bruxelles – Un Blue Deal europeo, per integrare le tessere mancanti del quadro del Green Deal in materia di gestione, tutela e protezione dell’acqua con politiche coerenti a livello comunitario. Il Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese) ha iniziato il lavoro di adozione del pacchetto onnicomprensivo di proposte da presentare alle altre istituzioni Ue in una conferenza di alto livello ad hoc in programma il prossimo 26 ottobre. “Le tragiche inondazioni in Italia e la siccità in Spagna e Portogallo non sono una coincidenza, è una realtà che dobbiamo iniziare ad affrontare e dobbiamo farlo con urgenza”, ha messo in chiaro il presidente del Cese, Oliver Röpke: “Abbiamo inviato un messaggio chiaro, le risorse idriche devono diventare una priorità politica”, per cui è necessario che “la Commissione segua questo esempio dopo le elezioni del 2024“.
L’obiettivo del Cese – in qualità di prima istituzione europea a lavorare su un pacchetto incentrato sull’acqua – è quello di portare il Blue Deal europeo in cima all’agenda delle priorità dell’Unione, a tutti i livelli. Sarà questo il messaggio veicolato nella dichiarazione da consegnare ai leader di Commissione, Consiglio e Parlamento in occasione della conferenza ‘Call for an Eu Blue Deal’, la cui preparazione è già iniziata con il via libera alle prime raccomandazioni durante la sessione plenaria del 12-13 luglio. I sei pareri adottati costituiscono la base del lavoro del Comitato, su cui si imposterà il lavoro di armonizzazione in un’unica proposta organica che racchiuderà i diversi pilastri fondanti: accesso all’acqua, lotta alla povertà idrica, investimenti in infrastrutture idriche e in reti di distribuzione sostenibili, politiche economiche, efficienza tecnologica per le industrie ad alta intensità idrica, emergenza climatica e soluzioni circolari nel settore agro-alimentare. “L’acqua è una risorsa vitale ma sempre più scarsa, l’Ue ha anticipato in una certa misura le sfide legate all’acqua”, ma “molti di questi obiettivi non sono stati raggiunti, soprattutto a causa della mancanza di fondi, della lentezza di attuazione e dell’insufficiente integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche settoriali”, è l’avvertimento del Cese.
Le proposte sul Blue Deal del Cese
Indicando il Blue Deal europeo come una delle priorità della Commissione Ue per il prossimo mandato che inizierà nel 2024, il Comitato Economico e Sociale Europeo ha iniziato a mettere in fila le basi su cui una futura proposta dell’esecutivo comunitario potrà basarsi per arrivare a un “cambiamento di scala necessario”. In primis si dovrà puntare sull’accesso universale all’acqua e una geopolitica idrica per affrontare non solo la salvaguardia delle risorse, ma anche per “anticipare e mitigare i possibili effetti negativi” dell’aumento delle migrazioni e dei conflitti internazionali causati dalle crisi idriche: “L’ineguaglianza nell’accesso all’acqua pulita e a prezzi accessibili sta avendo un forte impatto sull’instabilità sociale e, di conseguenza, sulla geopolitica globale”, sottolinea il Cese. Ci sarà poi da affrontare la questione della riduzione dei consumi e della gestione delle acque reflue da poter riutilizzare: “Le tecnologie efficienti dal punto di vista idrico e le reti di distribuzione verranno analizzate dalla triplice prospettiva di efficienza, sostenibilità e resilienza”. E infine l’aspetto economico del Blue Deal europeo, con l’attenzione rivolta in particolare alle esigenze di investimento per una “transizione blu sostenibile, competitiva ed equa”.
Tra le proposte del Cese compare un’etichetta sul consumo efficiente di acqua, un ‘Blue Fund’ per gli investimenti basato su tre pilastri – lotta alle ineguaglianze, gestione sostenibile e sostegno ai target 2050 – una politica comune dei prezzi, investimenti in infrastrutture per ridurre gli sprechi idrici, un approccio a tutela dei diritti umani (come il divieto di disconnessione dalla rete idrica per soggetti vulnerabili), condizionalità sull’acqua per gli investimenti e la possibilità di affidare a un membro della Commissione Europea un nuovo portafoglio specifico sulla gestione delle politiche idriche.