Bruxelles – L’obiettivo dichiarato è quello di raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10 per cento attuale ad almeno il 20 per cento. Parte ufficialmente la rincorsa europea alla leadership nella produzione di microchip: con il via libera finale accordato oggi (25 luglio) dal Consiglio Ue, l’European Chips Act è pronto per entrare in vigore.
Il regolamento proposto dalla Commissione Ue a febbraio 2022 mira a creare le condizioni per lo sviluppo di una base industriale nel campo dei semiconduttori in Europa, attrarre investimenti, promuovere la ricerca e l’innovazione e preparare i Paesi membri a qualsiasi futura crisi dell’approvvigionamento dei chip. Per raddoppiare la quota di mercato mondiale detenuta dall’Ue, servirà in realtà quadruplicare la produzione di microchip, perché il settore stesso è destinato a raddoppiare entro la fine del decennio. Per raggiungere l’ambiziosa asticella, il programma dovrebbe mobilitare 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati (3,3 miliardi di euro dal bilancio dell’Ue). Ma potrebbero essere ben di più: secondo il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, da quando è stata presentata la legge c’è stata una vera e propria “ondata di investimenti pubblici e privati pari a 100 miliardi di euro”.
Investimenti che coinvolgono tutti gli angoli dell’Unione. In Polonia, presso Breslavia, saranno stanziati 12 miliardi di euro per impianti di confezionamento e test dei microchip (di cui 4,2 dall’azienda Intel), 30 miliardi saranno destinati alla costruzione di due fabbriche “prime nel loro genere” in Germania. Ma grossi investimenti sono stati annunciati “anche a Dublino, Catania, Grenoble e a Dresda”, con riferimento al prestito da 600 milioni di euro all’azienda STMicroelectronics per le attività di ricerca e sviluppo e di pre-industrializzazione degli impianti in Italia e in Francia e al nuovo stabilimento di semiconduttori di Infineon Technologies AG nella ‘Silicon Saxony’.
I tre pilastri dell’European Chips Act
Sul piano dell’architettura finanziaria l’European Chips Act mobiliterà 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, di cui 3,3 miliardi dal bilancio dell’Ue, concentrandosi su tre pilastri fondamentali. Il primo è il Chips for Europe, l’iniziativa che metterà in comune le risorse dell’Unione, degli Stati membri, del settore privato e dei Paesi terzi associati ai programmi esistenti Ue per sostenere lo sviluppo di capacità tecnologiche e le relative attività di ricerca e innovazione. Su questo punto sarà creato un nuovo obiettivo per i semiconduttori nell’ambito del Programma Europa Digitale (da 3,3 miliardi di euro, appunto, nei limiti dell’accordo sul Quadro finanziario pluriennale, aggiungendosi alle risorse già stanziate anche dallo Strumento per la ripresa e la resilienza). Il coordinamento arriverà dal partenariato pubblico-privato Chips Joint Undertaking, che sarà responsabile della selezione dei centri di eccellenza nell’ambito del suo programma di lavoro.
Il secondo pilastro della strategia sui microchip è il nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza, attirando maggiori investimenti. Tra gli impianti ‘primi nel loro genere’ – che possono beneficiare di procedure accelerate per la concessione dei permessi – sono inclusi quelli che producono apparecchiature utilizzate nella produzione di semiconduttori. A questo si aggiunge il fatto che i centri di progettazione che migliorano “in modo significativo” le capacità dell’Unione nella progettazione di chip innovativi possono ricevere il marchio europeo di centro di progettazione di eccellenza, con misure di sostegno che possono arrivare dai Paesi membri.
Il terzo pilastro dell’European Chips Act è invece il meccanismo per monitorare la catena di fornitura dei semiconduttori e coordinare le azioni in situazioni di crisi, attraverso cui gli indicatori di allerta precoce negli Stati membri saranno utilizzati per attivare un allarme di carenza a livello europeo. La Commissione potrà così attuare misure di emergenza, come dare priorità alla fornitura di prodotti particolarmente colpiti da una carenza o effettuare acquisti congiunti tra gli Stati membri nel settore dei microchip.