Bruxelles – Alluvioni e incendi, e ancora incendi e alluvioni. Come ci si aspettava, l’estate 2023 sta portando grosse sfide a Bruxelles e al suo Meccanismo di protezione civile Ue, a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle condizioni metereologiche sempre più estreme nel continente. Dopo la prima durissima esperienza dell’alluvione dell’Emilia-Romagna a maggio, altri tre Paesi membri dell’Unione hanno già richiesto l’attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue per ricevere il sostegno comunitario nella lotta ai disastri naturali: Grecia e Cipro contro gli incendi, Slovenia contro le inondazioni. Con tutto il mese di agosto ancora davanti, è difficile credere che saranno gli unici a doverlo fare.
“In seguito all’ultima richiesta di assistenza da parte della Slovenia a causa dell’emergenza alluvione, abbiamo immediatamente attivato il Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea”, è l’annuncio arrivato ieri (6 agosto) su X – piattaforma social precedentemente conosciuta come Twitter – dal commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič: “Il primo elenco di necessità è già stato inviato ai nostri Stati membri, con la richiesta di macchinari pesanti e unità di ingegneria per il loro funzionamento“. Le inondazioni hanno colpito da venerdì (4 agosto) le regioni nord-orientali e centrali del Paese, causando la morte di tre persone (una cittadina slovena nella città di Kamnik e due turisti olandesi sui monti vicino a Kranj) e l’evacuazione di migliaia di persone dalla città di Celje a causa dello straripamento del fiume Savinja. Nell’arco di 24 ore è caduta sulla Slovenia la quantità di pioggia che mediamente si registra in tutto il mese di agosto e il primo ministro Robert Golob ha parlato del disastro naturale più grave che il Paese ha mai affrontato dall’indipendenza del 1991.
“L’Unione Europea è al fianco del popolo sloveno di fronte alle devastanti inondazioni dei giorni scorsi”, ha commentato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, annunciando che attraverso il Meccanismo di protezione civile Ue “gli aiuti sono già in arrivo”. A questo proposito il commissario Lenarčič ha reso noto questa mattina (7 agosto) che “sono arrivate immediatamente offerte di escavatori pesanti e squadre di ingegneri per aiutare a far fronte alle alluvioni” da parte di Francia e Germania”, ma a Bruxelles “ci aspettiamo che seguano altre offerte” dagli altri Paesi membri: più precisamente Parigi ha fornito due escavatori con unità di ingegneria, mentre Berlino due ponti prefabbricati, due escavatori e il relativo personale. Mentre un funzionario di collegamento del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue “è già sul posto”, Bruxelles è pronta a mobilitare “l’intera gamma di strumenti di recupero e sostegno” per Lubiana. Di questo discuterà la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, mercoledì (9 agosto), come da lei stessa reso noto: “Mi recherò in Slovenia per testimoniare sul campo la distruzione causata dalle inondazioni e discutere del sostegno dell’Ue“.
Ma non sono solo le alluvioni a tenere impegnate le squadre europee per la lotta contro i disastri naturali. “Su richiesta di assistenza da parte di Cipro a causa degli incendi vicino a Limassol abbiamo attivato il Meccanismo di protezione civile Ue”, è quanto annunciato nelle stesse ore dal responsabile del gabinetto von der Leyen per la Gestione delle crisi. “La Grecia ha già risposto e invierà due Canadair del pool di protezione civile dell’Ue per aiutare a combattere il vasto incendio” nel distretto di Limassol (la seconda città più popolosa dell’isola nel Mediterraneo orientale) e attraverso il Meccanismo di protezione civile Ue “sta inoltre inviando 20 tonnellate di liquido ritardante”. Proprio la Grecia che questa mattina ha messo a disposizione il sostegno dei propri mezzi della riserva rescEu sta uscendo dall’emergenza incendi che l’hanno colpita da metà luglio e che ha reso necessaria l’evacuazione di migliaia di persone dalle isole di Rodi, Corfù ed Eubea dopo la morte di sette persone e più di 70 feriti a causa dei roghi.
Come funziona il Meccanismo di protezione civile Ue
Istituito nel 2001 dalla Commissione, il Meccanismo di protezione civile Ue è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti: la Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi. In 21 anni di attività, il Meccanismo di protezione civile Ue ha risposto a oltre 650 richieste di assistenza all’interno e all’esterno del territorio dell’Unione.
Il Meccanismo di protezione civile Ue comprende un pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, una flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: lo scorso 30 maggio è stata raddoppiata la riserva rescEu per affrontare l’estate 2023, con un numero complessivo di 28 tra aerei ed elicotteri antincendio. A Bruxelles si sta sviluppando anche una riserva per rispondere a incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.