Bruxelles – Due volte in un mese. Dopo gli enormi incendi scoppiati nella seconda metà di luglio e che ha mandato in fumo vaste aree dell’Attica – la regione intorno alla capitale Atene – Corinto e le isole di Rodi, Corfù ed Eubea, la Grecia ha chiesto ancora una volta l’attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue per contrastare la situazione che sta diventando drammatica nella regione di Alexandroupolis-Feres, al confine nord-orientale con la Turchia.
A darne notizia è stato questa mattina (21 agosto) il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, annunciando su X che “stiamo dispiegando due aerei antincendio rescEu con base a Cipro e una squadra antincendio dalla Romania attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea per sostenere le squadre nazionali”. L’esecutivo comunitario ha poi specificato che sono attesi nel Paese membro Ue 56 vigili del fuoco e 12 mezzi antincendio, oltre a una squadra di vigili del fuoco dalla Francia pre-schierata in Grecia come parte del piano di preparazione Ue per la stagione estiva 2023. La Commissione “rimane in stretto contatto con le autorità greche” attraverso il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (Ercc) ed “è pronta a mobilitare ulteriore assistenza se necessario“. Durante lo scorso fine settimana è stato attivato il team di mappatura rapida del servizio di gestione delle emergenze (Ems) del programma satellitare Ue Copernicus per “monitorare l’evoluzione di un vasto incendio scoppiato a est di Alexandroupolis”, il cui primo prodotto di delineazione pubblicato oggi ha evidenziato “un’area bruciata di 5.041 ettari“. Una seconda mappatura è attesa per questa sera.
Come ricordato dal commissario Lenarčič, “la Grecia ha già vissuto il peggior luglio dal 2008 in termini di incendi boschivi“, con un’area bruciata “più ampia” e gli incendi “più intensi e violenti, distruggendo una superficie maggiore rispetto al passato”. L’incendio di Alexandroupolis-Feres “ha già danneggiato abitazioni e costretto all’evacuazione di otto villaggi” e per questo “la risposta rapida dell’Ue è ancora una volta essenziale”, ha sottolineato il titolare per la Gestione delle crisi nel gabinetto von der Leyen. L’assistenza in arrivo oggi dal Meccanismo di protezione civile Ue segue la risposta di Bruxelles alla precedente attivazione lo scorso 19 luglio, quando sono stati mobilitati 9 aerei, 510 vigili del fuoco e 117 veicoli. Nelle successive due settimane si era resa necessaria l’evacuazione di migliaia di persone dalle isole di Rodi, Corfù ed Eubea dopo la morte di sette persone e più di 70 feriti a causa dei roghi.
Gli strumenti Ue per la lotta contro gli incendi
Per la lotta contro gli incendi lo strumento principale è il Meccanismo di protezione civile dell’Ue. Istituito nel 2001 dalla Commissione, è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi.
Un altro strumento, parte del Meccanismo, è il pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: per quest’estate è stato messo a punto un piano di emergenza che prevede il raddoppio della flotta della riserva rescEu a 28 tra aerei ed elicotteri antincendio (rispettivamente 24 e 4) provenienti da dieci Paesi – Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia.