Bruxelles – Al prossimo vertice, che Putin ha intenzione di ospitare a Kazan nel 2024, i Brics saranno già undici Paesi. Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa aprono le porte del club delle economia emergenti a Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. La storica decisione presa al summit di Johannesburg porterà i Brics, dal primo gennaio del prossimo anno, a rappresentare il 36 per cento del Pil mondiale e il 47 per cento della popolazione dell’intero pianeta. E “a questa prima fase se ne aggiungerà un’altra di ulteriore ampliamento”, ha dichiarato il presidente del Brasile Luis Inacio Lula da Silva.
Un allargamento che si avvicina a ribaltare i rapporti di forza con il gruppo del G7, che in termini economici genera attualmente il 43 per cento del Pil globale. “Un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo”, ha dichiarato il più deciso promotore dell’iniziativa, il presidente cinese Xi Jinping. Ha espresso soddisfazione anche Vladimir Putin, in videocollegamento dal Cremlino, sottolineando che “i Brics non competono con nessuno, non si oppongono a nessuno”, ma che tuttavia “il processo di creazione di un nuovo ordine mondiale ha ancora oppositori inconciliabili che cercano di rallentarlo”. L’Occidente, che secondo Mosca cerca in tutti i modi di “preservare il mondo unipolare” macchiandosi di un “colonialismo in una nuova confezione”.
Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti: il Medio Oriente entra nei Brics
Etiopia ed Egitto: la cooperazione con l’Ue passa dalla gestione dei flussi migratori
Le relazioni tra l’Ue e il Cairo sono disciplinate da un accordo di associazione in vigore dal 2004. A giugno 2022, in occasione del nono consiglio di associazione Ue-Egitto, le due parti hanno adottato le nuove priorità del partenariato, scegliendo di concentrarsi su economia moderna e sviluppo sociale sostenibili, partenariato in politica estera e rafforzamento della stabilità del Paese nord africano. Quando si tratta del vicinato meridionale, una dimensione importante è la gestione dei flussi migratori verso il vecchio continente: a fine ottobre la Commissione europea ha firmato con il presidente Abdel Fattah al-Sisi un accordo che prevede lo stanziamento di 80 milioni di euro da parte di Bruxelles per bloccare le partenze dei migranti dalle coste egiziane e libiche.
Il nuovo impulso alle relazioni Ue-Argentina con il Memorandum d’intesa sulla cooperazione energetica
Durante il vertice tra l’Unione europea e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tenutosi a Bruxelles a metà luglio, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il presidente argentino, Alberto Ángel Fernandez, hanno raggiunto un importante accordo su energia verde, idrogeno pulito e abbattimento di emissioni di metano. Un protocollo salutato come un punto di svolta nelle relazioni tra i due partner, che prevede di rafforzare la collaborazione per sviluppare e promuovere l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica, oltre che sviluppare l’uso dell’idrogeno ai processi industriali, i trasporti e lo stoccaggio dell’energia. “Europa e Argentina stanno collaborando per un mondo più sicuro, sostenibile e prospero. La nostra cooperazione energetica è un campo particolarmente promettente per garantire una transizione giusta e pulita in entrambi i nostri continenti”, erano state le parole di von der Leyen a margine della firma.