Bruxelles – “Abbiamo sottovalutato sia la dinamica dell’inflazione che la sua persistenza“. Alla fine Christine Lagarde fa ‘mea culpa’. La presidente della Banca centrale europea riconosce i limiti propri e dell’istituzione Ue che guida. Nelle previsioni dell’andamento economico qualcosa non ha funzionato, e l’intervento al seminario organizzato a Londra dallo European Economics & Financial Centre è l’occasione per assumersi pubblicamente le responsabilità. Non rinnega però il suo operato, che al contrario difende a spada tratta.
“Abbiamo aumentato i nostri tassi ufficiali per un totale complessivo di 425 punti base nell’arco di 12 mesi: un ritmo record in tempi record”. Le accuse che arrivano da politica così come dall’industria però non fermano la convinzione di Lagarde che questa sia la strada da seguire. “Raggiungeremo un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2 per cento“.
Certo, c’è un andamento tutto nuovo, a cui probabilmente nessuno era preparato per assenza di precedenti. Lagardi si riconosce delle attenuanti, accettabili in verità. “Nei primi due decenni di esistenza della Bce – ricorda – l’inflazione media nell’area dell’euro è stata dell’1,7 per cento”. E anche se in quel periodo ci sono stati momenti in cui l’inflazione è stata troppo alta o troppo bassa, “l’inflazione elevata che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi due anni è unica“. Proprio per questo, insiste, “in questo contesto, è fondamentale non solo intraprendere azioni decisive per ridurre l’inflazione, ma anche comunicare in modo efficace”.
E’ su quest’ultimo aspetto che Lagarde decide di riconoscere altri limiti, propri come collettivi a Francoforte. Riguardano strategie e modi di spiegare scelte non semplici e mai immediate, perché molto tecniche e per questo troppo spesso confinate agli ‘addetti ai lavori’. La presidente della Bce capisce che, soprattutto in un mondo molto diverso da un punto di vista di interazioni e comunicazioni, “l’azione deve essere sostenuta dalla comunicazione”, ed è decisa a garantire, in tal senso, “più accessibilità e più umiltà“.
All’Eurotower, assicura Lagarde, “puntiamo a essere più trasparenti nel tenere conto dei nostri errori di previsione“. Perché se anche questi errori dovessero indebolire la fiducia, “possiamo mitigare il problema se parliamo di previsioni in un modo che sia allo stesso tempo più contingente e più accessibile, e se forniamo spiegazioni migliori per tali errori”. E’ per questo motivo lo staff della Bce ha iniziato a pubblicare i principali fattori alla base degli errori di previsione dell’inflazione, “e intendiamo continuare a farlo”.