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Home » Economia » L’Ue e la geopolitica delle reti energetiche. Presto un piano d’azione, servono investimenti per 584 miliardi fino al 2030

L’Ue e la geopolitica delle reti energetiche. Presto un piano d’azione, servono investimenti per 584 miliardi fino al 2030

Massicci investimenti, riforma del mercato elettrico e condivisione dei costi di rete. Prende forma nelle parole della commissaria europea per l'energia, Kadri Simson, l'idea di lanciare un nuovo piano d’azione del settore

Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
7 Settembre 2023
in Economia

Bruxelles – Massicci investimenti, riforma del mercato elettrico e condivisione dei costi di rete. Prende forma nelle parole della commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, l’idea di lanciare un nuovo piano d’azione per rendere il sistema delle reti energetiche dell’Ue più resiliente e flessibile, a prova di futuro. L’occasione è l’intervento conclusivo al primo Forum di alto livello sulle reti elettriche, ospitato dalla Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione dell’elettricità (Entso-E) con il patrocinio della Commissione europea, che si è tenuto oggi (7 settembre) a Bruxelles. Simson non si è sbilanciata né ha fornito molti dettagli su che forma avrà il futuro piano, ma si è limitata di fatto a raccogliere gli umori degli oltre 200 partecipanti e a rivelare che la Commissione sta valutando l’idea di mettere insieme alcune misure in un unico piano d’azione.

Massicci investimenti, accordo sulla riforma del mercato elettrico, passare dalle regole all’attuazione del quadro normativo e condivisioni dei costi delle reti sono alcuni degli elementi che, a detta della commissaria, costituiscono il primo abbozzo di un “Piano d’azione della rete”, un insieme di misure iniziali per accelerare il ritmo nei prossimi mesi. Per modernizzare ed espandere la rete energetica europea, che oggi conta circa 11 milioni di chilometri di sistema, Bruxelles stima che saranno necessari investimenti totali per 584 miliardi di euro entro il 2030. “Si tratta di un investimento massiccio, ma possiamo arrivarci”, ha assicurato la commissaria europea, chiarendo che la questione dei finanziamenti dovrà essere prioritaria e andrà inserita nell’agenda del prossimo dialogo degli investitori energetici dell’UE e poi al Forum sulle infrastrutture di Copenaghen, che si terrà il prossimo anno in modo da poter trovare soluzioni praticabili.

A luglio scorso, ha ricordato Simson, la Banca europea per gli investimenti (Bei) “ha aumentato i finanziamenti del 50 per cento per contribuire a mobilitare oltre 45 miliardi di euro fino al 2027”. Si prevede che la Bei mobiliterà oltre 150 miliardi di euro in nuovi investimenti verdi. Ma la Commissione europea punta sopratutto a stimolare nuovi strumenti finanziari e soluzioni oltre i classici strumenti a lungo termine. Se gli investimenti saranno la chiave per modernizzare la rete, Bruxelles ritiene di dover sfruttare meglio e in modo più intelligente le reti esistenti attraverso la digitalizzazione e la flessibilità delle norme che già esistono.

Per questo, ha incalzato gli Stati membri dell’Ue a trovare un accordo sulla riforma del mercato elettrico dell’Ue e a concludere un accordo politico tra co-legislatori prima delle elezioni del prossimo anno, che si terranno dal 6 al 9 giugno in tutti e 27 Paesi Ue. La proposta della Commissione europea è stata avanzata lo scorso 14 marzo e prevede tra le altre cose di modificare i meccanismi di remunerazione dei progetti di rete, stimolando gli investimenti anticipati nel sistema. La proposta è attualmente in stallo al Consiglio Ue, quindi non è stato ancora possibile avviare il negoziato a tre con l’Eurocamera, mediato dalla Commissione europea.

Bruxelles sta lavorando per rafforzare i sistemi della rete soprattutto dopo l’inizio dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Simson ha ricordato che poche ore prima dell’inizio dell’invasione da parte della Russia sul territorio di Ucraina, è stato effettuato un primo test per disaccoppiare la rete ucraina da quella russa. Un test di isolamento della rete che ha funzionato, dimostrando che il sistema elettrico di Kiev è in grado di funzionare anche senza quello russo. Dopo l’aggressione, Kiev ha deciso di non riallacciare la rete a quella russa e rinforzare il dialogo con l’Ue e appena qualche settimana dopo è stato compiuto il passo della sincronizzazione, che ha permesso di mantenere le luci accese e le case calde in questi tempi bui sincronizzando le reti elettriche di Ucraina e Moldova con la rete europea.

Le reti sono al centro del sistema energetico. Generatori di energia, linee di trasmissione e distribuzione lavorano tutti insieme per fornire energia a milioni di consumatori in tutto il continente. Non solo, per Bruxelles la sincronizzazione dell’Ucraina ha dimostrato anche che le reti sono una questione di importanza geopolitica. “Le reti sono una vera storia di successo europea. Una storia di successo fatta di integrazione, cooperazione e sostegno reciproco”, ha concluso la commissaria.

Tags: Kadri Simsonrete elettrica

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