Bruxelles – Sostegno ai cittadini e imprese nella transizione, concludere i dossier mancanti del Green Deal europeo e attuare quelli già concordati. Sono tre le principali linee d’azione che il vicepresidente Maros Sefcovic ha indicato in audizione in commissione per l’ambiente (Envi) a Strasburgo per confermare di essere il candidato giusto a prendere in mano l’eredità di Frans Timmermans a capo del Green Deal europeo. Šefčovič, già vicepresidente per i Rapporti interistituzionali, è stato nominato da Ursula von der Leyen per prendere il posto dell’olandese uscente alla guida del Patto verde per l’Europa, la politica cardine dell’attuale Esecutivo comunitario. E ha confermato le intenzioni espresse da von der Leyen di voler dar vita a un nuovo Green Deal 2.0, ridimensionando la dimensione ambientale e tendendo la mano a industria e agricoltura.
“Dovremmo rafforzare il nostro impegno con l’industria. Vogliamo che il nostro messaggio sia chiaro: il Green Deal è un vantaggio per l’industria; li aiuterà a crescere e prosperare, qui in Europa”, ha puntualizzato il vicepresidente, confermando che la Commissione europea sta lavorando per organizzare una serie di dialoghi con l’industria sulla transizione pulita, di cui tra pochi giorni già sarà lanciato “il primo dedicato all’idrogeno”, ha annunciato. Da un lato, l’industria. Dall’altro, gli agricoltori. “E’ importante rafforzare il dialogo con le parti interessate del settore agricolo e forestale, che sono partner essenziali nella transizione verde. Non può esserci sicurezza alimentare senza i nostri agricoltori”, ha riconosciuto Šefčovič. Negli ultimi mesi, sono state sollevate critiche da parte del mondo agricolo (strumentalizzato poi anche dal Partito popolare europeo) nei confronti di alcuni pilastri chiave del Green Deal europeo, nel pieno della guerra di Russia in Ucraina che ha rischiato di minare la sicurezza alimentare globale.
Šefčovič ha promesso poi di concludere i dossier rimasti in sospeso dal Green Deal europeo e attuare quelli già concordati. “Dobbiamo coniugare la continuità nel portare il Green Deal europeo al livello successivo, con l’ambizione necessaria per accelerarne l’attuazione concreta”, ha rivendicato, spiegando che si tratta di una trasformazione come di un “compito multigenerazionale che richiede uno sforzo immediato e per i decenni a venire, continueremo a soddisfare questo alto livello di ambizione: con il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità non esiste un piano B”. Tra gli altri atti legislativi Šefčovič ha citato la legge sul ripristino della natura, il regolamento sull’ecodesign dei prodotti, il pacchetto imballaggi, il regolamento sul trasporto dei rifiuti, le nuove norme sui rifiuti tessili e sugli sprechi alimentari, la legge sulle materie prime critiche, la riforma del mercato elettrico, il pacchetto per decarbonizzare il mercato del gas e dell’idrogeno, il regolamento sul metano e la nuova direttiva sulle case green.
Non ci sono solo i file legislativi da chiudere, ma anche una serie di iniziative che la Commissione europea dovrà presentare da qua alla fine della legislatura nel 2024. “Supervisionerò i lavori sull’obiettivo climatico 2040, un segnale importante anche per la comunità internazionale dell’impegno dell’UE nei confronti dell’Accordo di Parigi”, ha spiegato, dichiarandosi a favore di fissare un target di riduzione del 90 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040, come tappa intermedia per la neutralità climatica al 2050. La proposta dovrebbe arrivare non prima del primo trimestre del 2024 ma questo autunno la Commissione si concentrerà “sull’energia eolica”, con un pacchetto per ora in calendario il 24 ottobre e “sulle reti”.
Dovrà lavorare da vicino e a “stretto contatto con gli Stati membri sui loro piani nazionali aggiornati per l’energia e il clima per il 2021-2030”, ha assicurato ancora il vicepresidente, promettendo inoltre un’iniziativa per alleviare lo stress idrico, “che colpisce sempre più diversi settori dell’economia e delle nostre società”. Nelle parole di Šefčovič restano senza data e senza conferma che verranno effettivamente presentate entro questa legislatura la revisione mirata del regolamento REACH sulle sostanze chimiche, sul benessere degli animali, sulle microplastiche, sul monitoraggio delle foreste e sul quadro di sostenibilità alimentare. L’audizione di Šefčovič fa seguito a quella di ieri di Wopke Hoekstra, candidato commissario olandese incaricato da von der Leyen per assumere il portafoglio dell’azione per il clima. Accettando le dimissioni di Timmermans, von der Leyen ha scelto di spacchettare le sue competenze, scegliendo di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo a Šefčovič e a Hoesktra quella dell’azione per il clima.
Su entrambe le audizioni si pronunceranno nel pomeriggio di oggi i coordinatori dei gruppi politici al Parlamento europeo, che decideranno se raccomandare il voto alla plenaria.