Ne scrivevo proprio pochi giorni fa: un grave problema di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, è il decisionismo. La tragica vicenda dell’assalto di Hamas contro centinaia di civili israeliani, che ha fatto contare almeno 1.200 morti, e la risposta del governo di Tel Aviv hanno fatto perdere il controllo a von der Leyen che, insieme alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola (anche lei senza un mandato dei deputati), si è recata in Israele per esprimere, giustamente, tutta la sua solidarietà allo stato ebraico. Ha poi anche dato il suo appoggio all’annunciata invasione di Gaza, senza però neanche una volta ammonire sulla necessaria protezione dei civili palestinesi che sono stati e saranno vittime della risposta decisa dal governo israeliano.
Von der Leyen è partita senza consultare nessuno, a quanto pare, e senza ascoltare quello che il suo vice, l’alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell stava disperatamente tentando di farle sentire, e che cioè accanto alla massima solidarietà per le vittime dell’attacco era necessario esprimere parole forti a difesa della popolazione incolpevole ed inerme di Gaza.
A quanto pare la presidente della Commissione non ha neanche osservato quello che stava accadendo negli Usa, o quanto dicevano le Nazioni Unite. Il presidente Joe Biden, ad esempio, ha nominato un inviato speciale proprio per la questione della popolazione civile di Gaza, mentre dall’Onu arrivavano messaggi chiari che dicevano che non si possono privare oltre due milioni di persone di acqua e corrente elettrica per obbligarle a fuggire per poter radere al suolo le loro case. Il 40 per cento dei residenti di Gaza ha meno di 14 anni, e questi bambini non possono essere considerati responsabili della strage decisa da Hamas.
Sembra non aver pensato, von der Leyen alle conseguenze del suo comportamento, alle spaccature che ha portato all’interno della Commissione, che non ha avuto il tempo di discutere dell’accaduto e di prendere una posizione, e non ha pensato neanche alla posizione difficile nella quale stava mettendo l’esecutivo europeo di fronte ad una risposta eccessivamente muscolare che Tel Aviv aveva annunciato di voler mettere in campo. Nel frattempo a Bruxelles si notava il perfido “quasi silenzio” che teneva Charles Michel, che con von der Leyen ha sempre avuto un pessimo rapporto, molto competitivo, il quale ha comunque invitato a non tagliare gli aiuti per lo sviluppo e umanitari, e poi ha aspettato che la collega si fosse ben bene messa in difficoltà, tutto da sola, per poi convocare per domani un vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione per prendere una posizione comune.
I giornalisti, nei giorni del viaggio di von der Leyen in Israele continuavano a domandare se avesse qualcosa da dire sulla popolazione civile di Gaza, se fosse forse il caso di invitare a una non escalation del conflitto, ma niente. Eppure era stata avvertita degli umori che circolano in Europa.
Finché non è arrivato un messaggio dagli Stati Uniti, finché il grande alleato dell’Unione non ha reso chiaro che sì, ovviamente, Israele ha il diritto di difendersi, che, sì, ha il diritto di fare di tutto per liberare gli ostaggi, che, sì, ha il diritto di fermare Hamas, ma che no, non ha il diritto di provocare una strage di civili palestinesi, non ha il diritto di occupare Gaza. Anche perché Hamas è di fatto una dittatura: dopo le elezioni vinte 17 anni fa non ha più consentito di votare e dunque è difficile considerarlo la libera espressione del popolo palestinese, neanche di quelli che vivono a Gaza. “Quello che è successo a Gaza, a mio avviso, è che Hamas e gli elementi estremi di Hamas non rappresentano tutto il popolo palestinese – ha detto Biden in un intervento televisivo -. E penso che sarebbe un errore per Israele occupare di nuovo Gaza”. Anche se “eliminare gli estremisti” lì, ha aggiunto, “è un requisito necessario”.
E allora ecco che nella striscia è tornata l’acqua, dopo giorni, ecco che l’Unione europea triplica gli aiuti umanitari. Certo, l’organizzazione dell’invasione va avanti, interi quartieri sono stati distrutti. Ma la “comunità internazionale” sta prendendo una posizione, che era quella semplicemente “ovvia” e che von der Leyen non aveva capito. E, anche se ora rincorre Biden e ascolta i consigli dei suoi commissari, probabilmente ne pagherà un prezzo.
“Sono fiducioso che Israele agirà secondo” le “regole di guerra”, ha sostenuto Biden. Il quale però ha anche detto che : “Ci sono standard che le istituzioni democratiche e i Paesi seguono. E quindi sono fiducioso che gli innocenti di Gaza potranno avere accesso a medicine, cibo e acqua”. Che è quello che von der Leyen si è rifiutata di dire nei giorni scorsi.