Bruxelles – Un nuovo Just Transition Fund, ma solo per le regioni dell’auto, con risorse mirate ad un settore e alle sue esigenze. In aggiunta, una nuova politica di coesione, fatta su misure di quei territori che sull’industria dell’automotive hanno un punto di forza. Il Parlamento europeo chiede ‘correttivi’ specifici in nome della transizione sostenibile e della mobilità a prova di ambiente e clima. La commissione Sviluppo delle regioni approva una proposta ritenuta obbligata. “Non possiamo fissare obiettivi climatici ambiziosi come l’abolizione delle automobili con motore a combustione entro il 2035 senza fornire alle regioni colpite un sostegno tramite fondi europei“, sostiene al termine del voto la relatrice del testo, la liberale spagnola Susana Solís Pérez.
“Il testo che abbiamo adottato invia un messaggio chiaro: le nostre regioni automobilistiche hanno bisogno e meritano lo stesso sostegno che abbiamo dato alle regioni carbonifere“, taglia corto Solis Perez. “Questo è il motivo per cui chiediamo l’estensione del Just Transition Fund per dare alle regioni automobilistiche dell’Ue l’assistenza di cui hanno bisogno per avere successo in questa transizione”.
Il Fondo per una transizione giusta (o Just Transition Fund) è uno speciale strumento finanziario funzionale alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo. Serve a sostenere le regioni con maggiori difficoltà di riconversione del modello produttivo, da modelli particolarmente inquinanti verso modelli il più neutri possibile da un punto di vista climatico. Ha una dotazione complessiva di 17,5 miliardi di euro, una parte dei quali (7,5 miliardi) dal bilancio pluriennale dell’Ue (MFF 2021-2027).
Gli europarlamentari sono convinti che idea e strumento siano qualcosa di funzionale e funzionante, e quindi da mantenere. Dopo il 2027 lo speciale fondo dovrebbe avere “risorse aggiuntive per fornire sostegno mirato alle regioni altamente dipendente da settori in profonda trasformazione come l’industria automobilistica e la sua catena del valore“, e che investe batterie per motori, apparecchiature elettriche, pneumatici, fornitori di materie prime e servizi per l’uso dell’auto.
Non solo. Per tutte le regioni europee dell’auto si chiede inoltre di ricalibrare le politiche di coesione. Viene posto l’accento sulla necessità di facilitare l’accesso delle micro, piccole e medie imprese ai fondi strutturali e di investimento europei, e di estendere questo regime agevolato anche alle piccole imprese a media capitalizzazione. Con queste risorse e questi aiuti si potrà garantire la transizione di successo, anche per ciò che riguarda programmi di miglioramento delle competenze, riqualificazione e formazione per i lavoratori all’interno dell’intera catena del valore e su opzioni occupazionali alternative.