Bruxelles – La Banca centrale europea decide per la pausa. Dopo dieci rialzi consecutivi i tassi di interesse restano invariati, perché “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente le valutazioni precedenti circa le prospettive di inflazione a medio termine”. Il Consiglio direttivo conferma dunque le intenzioni espresse dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, che aveva lasciato intendere che alle variazioni di settembre non sarebbero seguite di nuove e la corsa ai rialzi sarebbe state abbandonata.
Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale resta dunque al 4,5 per cento, il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale rimane a quota 4,75 per cento e il tasso di interesse sulla linea di deposito resta al 4 per cento.
Ma non bisogna gridare vittoria, avverte Lagarde. “Ci si attende che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato“. Inoltre non va sottovalutato che “perdurano le forti pressioni interne sui prezzi”, come le incertezze geopolitiche. A iniziare dalla crisi in Medio Oriente. “Monitoriamo al situazione e valutiamo le possibili conseguenze, dirette e indirette, sui prezzi dell’energia“. Un’ammissione che dà il senso della di una situazione delicata anche a Francoforte.
Certo, ammette ancora Lagarde, “l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a diminuire”. L’orientamento di base resta comunque invariato: il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio basato sui dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. E i dati potrebbero anche derivare dalla crisi arabo-israeliana.
La presidente della Bce intanto difende le scelte compiute e “prese all’unanimità”. Un aspetto, quest’ultimo, che tiene a precisare senza che nessuno glielo chieda. “Riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale all’obiettivo” di riportare l’inflazione al 2 per cento. “A volte l’inazione è un’azione, come la decisione di non aumentare i tassi“. Quindi la precisazione. “La decisione di oggi è rimanere con livelli invariati. Le discussioni sulle riduzioni sono premature“.
Infine le prese di distanze dalle critiche. Lagarde non accetta rimproveri. “E’ vero che le nostre decisioni si ripercuotono sull’economia reale, ma il nostro lavoro è determinare il tasso con cui prestiamo denaro alle banche, e non il tasso con cui le banche prestano il denaro” a famiglie e imprese.