Bruxelles – È stato firmato oggi (30 ottobre) dai servizi della Commissione Europea e dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) l’accordo amministrativo per sostenere l’applicazione del Digital Services Act sul territorio italiano. Lo rende noto il Berlaymont in una nota, sottolineando che in questo modo potranno essere messi a terra i poteri di vigilanza e di applicazione previsti dalla legge Ue sui servizi digitali.
“L’accordo mira a sviluppare competenze e capacità che aiuteranno la Commissione a individuare e valutare i rischi sistemici previsti dal Digital Services Act”, precisa l’esecutivo comunitario, menzionando i “rischi legati alla diffusione di contenuti illegali e alla disinformazione, nonché gli effetti negativi sui minori“. Si potrà così organizzare lo scambio di informazioni, dati, buone pratiche, metodologie, sistemi tecnici e strumenti con il regolatore italiano. Ovvero l’Agcom, nominata coordinatrice dei servizi digitali per l’Italia, che entrerà a far parte del Consiglio per i servizi digitali da istituire entro febbraio 2024 (composto da un’autorità competente per ogni Stato membro).
La Commissione Ue ha presentato una proposta per un pacchetto digitale il 15 dicembre 2021, che comprende il Digital Services Act (la legge sui servizi digitali) e il Digital Markets Act (la legge sui mercati digitali). In poco più di un anno di negoziati all’interno del Parlamento e del Consiglio dell’Ue e tra co-legislatori, il 25 aprile 2022 è arrivata l’intesa definitiva, che ha sancito la pietra miliare del “ciò che è illegale offline, è illegale online“. Attraverso il Digital Services Act il gabinetto von der Leyen ha riconosciuto 19 fornitori di servizi digitali dominanti dello spazio online, che hanno dovuto inviare all’esecutivo comunitario una valutazione dei rischi.
Parallelamente, entrando in vigore il Regolamento Ue, la Direzione generale per le reti, i contenuti e la tecnologia delle comunicazioni (Dg Cnect) si è messa in moto per concludere accordi amministrativi con le autorità nazionali di regolamentazione dei media: oltre all’Italia sono già stati siglati quelli con le autorità di Francia e Irlanda, mentre “altri saranno annunciati a tempo debito”. L’obiettivo è quello di “coordinare la risposta alla diffusione e amplificazione di contenuti illegali” sia sulle piattaforme sia sui motori di ricerca di grandi dimensioni, con un riferimento esplicito da parte della Commissione “all’attuale contesto di conflitto, segnato dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dagli attacchi terroristici di Hamas contro Israele”.