Bruxelles – La filiera del legno-arredo lancia l’allarme sulla revisione della legislazione comunitaria in materia di imballaggi, a un anno dalla presentazione della proposta di Regolamento che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale. “Una normativa del genere metterebbe in crisi tutto un circuito di riciclo e di processo industriale, creando un danno al made in Italy, ci sembrerebbe proprio un autogol clamoroso”, è l’attacco del presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin.
Se gli obiettivi sul riuso sono stati contestati dal governo italiano, FederlegnoArredo rivolge in particolare la sua attenzione sulle “storture all’interno del provvedimento” presentato il 30 novembre 2022 dalla Commissione Europea e in fase di discussione da parte di Parlamento e Consiglio dell’Ue (al momento ancora interne a ciascuna istituzione, non sono ancora stati avviati i negoziati inter-istituzionali tra co-legislatori). La proposta di Regolamento punta a modificare la direttiva attualmente in vigore con il target specifico per gli Stati membri di ridurre i rifiuti pro capite del 5 per cento entro il 2030 e del 15 per cento entro il 2040 rispetto ai livelli del 2018, con quattro linee di intervento: riutilizzo dei contenitori con obiettivi minimi per le aziende, divieto di imballaggi ‘non essenziali’, progettazione entro il 2030 perché siano riciclabili al 100 per cento e tassi obbligatori di contenuto riciclato. “Noi abbiamo un vanto in Europa perché ricicliamo tutto questo materiale legnoso e lo trasformiamo in pannelli che poi diventano sostanzialmente dei mobili, e i nuovi pannelli sono composti 100 per cento di legno riciclato”, rivendica Feltrin: “La nostra filiera ha fatturato nel complesso l’anno scorso 56 miliardi, di cui il 60 per cento è composto da arredamento” e a sua volta “il 60 per cento sono mobili che usano una tecnologia di riciclo al 100 per cento”.
“Nel settore del legno-arredo le aziende sono da tempo impegnate a lavorare sulle performance ‘ambientali’ del prodotto”, gli fa eco Omar Degoli, head of Environment and Circular Economy di FederlegnoArredo. Secondo i dati di un sondaggio realizzato da FederlegnoArredo su un campione di aziende associate, in collaborazione con Fondazione Symbola, la maggior parte delle imprese si è concentrata sulla riciclabilità (58,2 per cento), la disassemblabilità (37,5) il riuso (29,3) del prodotto, sulla riduzione degli imballaggi (44 per cento) e dei consumi energetici (54,9). “Il nostro sistema funziona e su questi aspetti possiamo anche insegnare qualcosa” in ambito europeo e internazionale, è quanto ribadito con forza da Degoli: il 96 per cento delle aziende della filiera legno-arredo adotta materiali sostenibili, il 60 per cento si approvvigiona in qualche misura da fonti energetiche rinnovabili, quasi tutte le imprese considerano almeno un criterio circolare nella progettazione di prodotto e oltre la metà ha implementato modelli di business orientati alla circolarità. Se entrasse in vigore il Regolamento, “il danno sarebbe enorme, è un delitto se si guarda sotto il profilo proprio della sostenibilità“, ha rincarato la dose il presidente della Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento.
C’è invece un pezzo di legislazione in fase di definizione a Bruxelles che viene considerato “sfidante”: il Regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, la cui proposta è stata presentata dall’esecutivo comunitario il 30 marzo 2022 e dallo scorso 30 agosto è in fase di trilogo tra gli eurodeputati e i 27 governi Ue. “Tra i prodotti prioritari insieme al tessile vi sarà l’arredamento“, ha ricordato Degoli: “Dal punto di vista della tracciabilità, della logistica e dell’approvvigionamento potrebbe rappresentare una sfida per molte aziende del settore”. Una volta entrato in vigore, il Regolamento definirà standard minimi per rendere sostenibili, durevoli ed ecocompatibili la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato. A oggi i produttori europei devono rispettare norme di ecodesign per prodotti come frigoriferi, aspirapolveri e computer, ma per Bruxelles è considerato essenziale implementare norme valide per quasi tutti i tipi di prodotti. “Noi stiamo già predisponendo percorsi formativi in questa direzione“, ha concluso l’head of Environment and Circular Economy di FederlegnoArredo.