Bruxelles – A poco più di tre mesi dalla richiesta italiana, l’Ue inizia a mobilitarsi per alleviare le conseguenze dell’alluvione in Emilia-Romagna di inizio maggio. La Commissione Europea ha deciso di concedere all’Italia un anticipo di 94,7 milioni di euro dal Fondo europeo di solidarietà per alleviare l’onere finanziario causato dal disastro naturale: “Aiuteremo a superare le perdite materiali causate dal disastro e a dare ai cittadini una rinnovata speranza per il futuro”, ha spiegato la commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, annunciando il primo stanziamento da Bruxelles.
L’anticipo fa seguito alla domanda di sostegno presentata da Roma il 24 luglio scorso e, come precisa l’esecutivo comunitario in una nota, “aiuterà le autorità italiane a ripristinare le infrastrutture principali, finanziare i servizi di soccorso e le operazioni di pulizia generale, e attuare misure di protezione del patrimonio culturale della regione“. L’esecutivo comunitario sta esaminando la valutazione dei danni in Emilia-Romagna “sulla base delle informazioni fornite” dal governo italiano e sta determinando l’entità dell’importo dell’assistenza finanziaria. Considerando la disponibilità di bilancio dell’anno in corso per il sostegno del Fondo di solidarietà nell’ambito della riserva per la solidarietà e gli aiuti d’urgenza, la Commissione ha deciso di mettere già a disposizione una prima tranche come anticipo, prima di presentare una proposta al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’Ue. “I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza e l’impatto delle catastrofi naturali“, ha ricordato la commissaria Ferreira: “L’assistenza del Fondo è necessaria ora più che mai per alleviare i costi sociali, economici e ambientali causati da questi eventi”.
Il Fondo di solidarietà oltre l’Emilia-Romagna
Il Fondo di solidarietà è un dispositivo fuori bilancio che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da disastri naturali possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni. Questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”. Dalla sua attivazione nel 2002 quasi un terzo degli 8,2 miliardi di euro complessivi – circa 3 miliardi – sono stati destinati all’Italia, quasi in doppio della Germania seconda beneficiaria con 1,6 miliardi.
I fondi del 2023 saranno quasi completamente assorbiti da tre disastri naturali in Italia (le inondazioni delle Marche nel settembre 2022), Romania e Turchia, e per questo motivo si guarda già al prossimo anno. Nel bilancio del 2024 del Fondo di solidarietà cadrà la richiesta dell’Italia per le alluvioni in Emilia-Romagna, ma anche quella della Slovenia per il peggior disastro naturale della sua storia – ovvero le inondazioni di inizio agosto – e quella della Grecia per le alluvioni di un mese più tardi. Il Parlamento Europeo ha fatto notare che ogni anno la riserva da 500 milioni di euro viene esaurita e che non è più sufficiente per affrontare il verificarsi sempre più frequente di fenomeni naturali estremi: la proposta degli eurodeputati è quella di raddoppiare l’importo a 1 miliardo all’anno, aumentando i massimali per gli stanziamenti. Nel quadro della proposta di revisione del bilancio pluriennale Ue 2021-2027 l’esecutivo comunitario ha invece proposto di aumentare gli stanziamenti per la Riserva di solidarietà e aiuti d’emergenza (Sear) di 2,5 miliardi di euro, da ripartire per gli ultimi 4 anni restanti del periodo di programmazione tra i suoi due strumenti, il Fondo di solidarietà e la Riserva di emergenza e aiuti.