Bruxelles – L’Italia si conferma, ancora, best practice in Europa sul consumo di sigarette illecite. La Penisola ha registrato nel 2022 una quota di sigarette illecite sostanzialmente invariata al 2,3 per cento del consumo nazionale, a fronte di una media che in Europa è pari a 35,8 miliardi di euro, con perdite stimate per i governi di 11,3 miliardi di entrate fiscali, l’8,5 per cento in più rispetto al 2021.
Il mercato dei prodotti del tabacco in Italia vale circa 20 miliardi di euro con entrate per il fisco che superano i 14,5 miliardi di euro e circa 50mila lavoratori impiegati nel comparto. Se circa 2 sigarette su 100 in Italia sono di provenienza illecita, il Paese si colloca tra gli ultimi posti in Europa per diffusione del fenomeno, confermandone il ruolo di “best practice” rispetto ad altri Paesi, come Francia (32,4 per cento), Irlanda (24,4 per cento), Inghilterra (21,2 per cento) e Grecia (20,9 per cento).
Le cifre sono contenute nel “Secondo Rapporto sul commercio illecito nel settore tabacco e E-cig”, realizzato da Eurispes, in collaborazione con la Fondazione Osservatorio Agromafie e con il contributo di Philip Morris Italia, presentato il 15 novembre a Roma al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi. Il rapporto è frutto del lavoro del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi e E-cig), coordinato dalla Fondazione e che ogni anno coinvolge i principali protagonisti del settore a livello nazionale per restituire un quadro esaustivo del fenomeno criminale nel settore del tabacco. Ai tavoli di lavoro hanno partecipato esponenti delle Forze dell’Ordine, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, della Direzione Investigativa e della Direzione Nazionale Antimafia, esperti del settore e i componenti del Comitato scientifico della Fondazione Agromafie.
Rispetto ad altre realtà del Continente europeo, l’Italia osserva le stime più basse nella classifica, ma le perdite per lo Stato italiano – che si attestano su valori che vanno oltre i 280 milioni di euro l’anno – fanno riflettere sulla necessità di non abbassare la guardia sul fenomeno. L’entità dei sequestri inoltre testimonia come l’Italia sia comunque un paese di passaggio verso gli altri mercati europei, ben presidiato dalle forze dell’ordine che oppongono un’efficace azione di contrasto nei confronti dei flussi illeciti. “La filiera italiana del tabacco è la più importante d’Europa, e nel caso Philip Morris Italia coinvolge oltre 40mila persone attive in agricoltura, industria e servizi”, ha sottolineato Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato Philip Morris Italia, precisando che “grazie al lavoro delle forze dell’ordine, l’Italia rappresenta una best practice anche nella lotta al commercio illecito, che oggi nel nostro Paese registra una delle quote più basse del vecchio continente”.
“Il grande lavoro che Coldiretti, insieme a Philip Morris, ma soprattutto il nostro Osservatorio sulle agromafie stanno conducendo in termini di contrasto alla commercializzazione, alla vendita di tutti i prodotti che compongono la filiera agroalimentare pone l’Italia al vertice in termine di Paese rispetto al contrasto dell’illecito”, ha puntualizzato durante la presentazione dei dati Ettore Prandini, presidente Coldiretti. “Questo – aggiunge – riguarda anche la filiera dei tabacchi dove siamo il Paese che è riuscito a contenere di più la vendita e la commercializzazione dei prodotti contraffatti sui mercati, anche in termini di risposta ai bisogni e alla salute dei cittadini e allo stesso tempo nel generare valore per il sistema produttivo che comunque ci riguarda direttamente”.