Bruxelles – Sette ‘sfide’ che frenano l’espansione delle reti e 14 misure da attuare tra 2024 e 2025 per affrontarle. Mercoledì 29 novembre il collegio della Commissione europea adotterà il Piano d’azione per lo sviluppo e l’espansione delle reti energetiche, senza prevedere nuove iniziative legislative o nuovi finanziamenti.
Annunciato timidamente dalla commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, a inizio settembre, il piano d’azione si soffermerà in particolare su come accelerare i progetti chiave di infrastrutture elettriche transfrontaliere da includere nel primo elenco di progetti di interesse comune e in quelli di interesse reciproco dopo l’adozione del regolamento rivisto sulle reti transeuropee dell’energia. Tanto che la Commissione europea annuncerà il piano d’azione proprio nel quadro delle Giornate europee dei progetti di interesse comune che si terranno a Bruxelles martedì e mercoledì (28 e 29 novembre).
Soprattutto i progetti transfrontalieri saranno fondamentali per integrare volumi crescenti di energie rinnovabili (l’Ue ha da poco alzato i target di energia rinnovabile per il 2030) e per far progredire l’integrazione dei sistemi energetici a livello comunitario. Per modernizzare ed espandere la rete energetica europea, che oggi conta circa 11 milioni di chilometri di sistema, Bruxelles stima che saranno necessari investimenti totali per 584 miliardi di euro entro il 2030. “Questo rappresenta una parte significativa degli investimenti complessivi necessari per la transizione pulita nel settore elettrico”, avverte la Commissione europea nel piano. E stima che circa il 40 per cento delle reti di distribuzione europee ha più di 40 anni e deve essere modernizzato. “L’industria – si legge nel documento di 21 pagine – stima che entro il 2030 siano necessari investimenti per circa 375-425 miliardi di euro nelle reti di distribuzione”.
La grande sfida è quella dei finanziamenti, osserva Bruxelles, che però non prevede al momento nuove risorse. Da ormai un decennio è il quadro delle reti transeuropee per l’energia (TEN-E) lo strumento principale per rafforzare le interconnessioni elettriche all’interno del mercato unico, in particolare attraverso i progetti di interesse comune. Secondo la bozza di piano, il primo elenco nell’ambito della revisione della TEN-E sarà adottato martedì 28 novembre (quindi, alla vigilia della presentazione del piano) e individuerà 166 progetti di interesse comune (PCI) e progetti di interesse reciproco (PMI), garantendogli dunque iter di approvazione agevolati e accesso ai finanziamenti. Nella bozza si legge che l’elenco includerà “una rinnovata attenzione all’elettricità con 68 progetti (12 dei quali di stoccaggio), 5 progetti di reti intelligenti e, per la prima volta, una nuova categoria di infrastrutture offshore con 12 progetti.
Accelerare l’attuazione dei progetti di interesse comune esistenti e lo sviluppo di nuovi progetti; migliorare la pianificazione della rete a lungo termine; introdurre un quadro normativo di sostegno e una prova di futuro; utilizzare meglio le reti esistenti e renderle più intelligenti; migliorare l’accesso ai finanziamenti; garantire processi di autorizzazione più rapidi e snelli e rafforzare le catene di approvvigionamento. Sono sette in tutto le ‘sfide’ alla diffusione e distribuzione delle reti energetiche individuate dalla Commissione europea nel piano d’azione, che però non prevede nuove iniziative legislative per affrontarle. Complice soprattutto una legislatura agli sgoccioli, la bozza del piano prevede 14 misure da attuare tra 2024 e 2025 per espandere la rete energetica europea, che oggi conta circa 11 milioni di chilometri di sistema. Ad esempio, entro il primo trimestre 2025 la “Commissione proporrà dei principi guida” per individuare “le condizioni per la concessione di investimenti anticipati in progetti di rete”, si legge nella bozza di piano vista da Eunews, mentre entro metà 2024 pubblicherà una guida sulla condivisione dei costi transfrontalieri per i progetti offshore.
Le reti sono al centro del sistema energetico. Generatori di energia, linee di trasmissione e distribuzione lavorano tutti insieme per fornire energia a milioni di consumatori in tutto il continente. Non solo, per Bruxelles la sincronizzazione dell’Ucraina ha dimostrato anche che le reti sono una questione di importanza geopolitica. La Commissione europea sta lavorando per rafforzare i sistemi della rete soprattutto dopo l’inizio dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Poche ore prima dell’inizio dell’invasione da parte della Russia sul territorio di Ucraina, è stato effettuato un primo test per disaccoppiare la rete ucraina da quella russa. Un test di isolamento della rete che ha funzionato, dimostrando che il sistema elettrico di Kiev era in grado di funzionare anche senza quello russo. Dopo l’aggressione, Kiev ha deciso di non riallacciare la rete a quella russa e rinforzare il dialogo con l’Ue e appena qualche settimana dopo è stato compiuto il passo della sincronizzazione, che ha permesso di mantenere le luci accese e le case calde in questi tempi bui sincronizzando le reti elettriche di Ucraina e Moldova con la rete europea.