Bruxelles – Adesso il cambiamento climatico inizia a preoccupare davvero. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, insiste su un aspetto divenuto tanto determinante per la tenuta e la stabilità economico-finanziaria quanto le instabilità sullo scacchiere internazionale. Perché non c’è dubbio che tra guerra russo-ucraina e conflitto in Medio Oriente “sta emergendo un nuovo panorama geopolitico, alimentato da crescenti tensioni che stanno frammentando l’economia globale”. Ma allo stesso tempo “la crisi climatica sta accelerando“.
Ai membri della commissione Affari economici del Parlamento europeo, di fronte a quali compare in audizione, condivide il suo punto sulla questione climatica. Il surriscaldamento globale sta producendo “disastri naturali più frequenti e senza precedenti”. Questi eventi meteorologici estremi, che si tratti di siccità, alluvioni, incendi, “innescano shock di approvvigionamento che si riverberano attraverso l’economia globale, esacerbando ulteriormente le sfide esistenti“.
Lagarde riavvolge il nastro di pochi mesi appena. Ricorda a tutti “le catastrofiche alluvioni” di quest’anno in Slovenia, Grecia, Francia e anche Italia“, che sono “un forte promemoria” di come “i disastri legati al clima stanno diventando sempre più frequenti e gravi” da non ignorare. Il che si declina nello sforzo di riforme. “Nel difficile contesto geopolitico di oggi è facile perdere di vista questa crisi climatica in corso. Ma dobbiamo rimanere impegnati a sostenere la transizione verde“.
Non fa menzione diretta dell’attuazione dei piani nazionali per la ripresa, perché richiami in tal senso dalla Commissione europea non sono mai mancati. Ma il principio di fondo non cambia. “I governi europei sono i principali responsabili dell’affrontare i cambiamenti climatici. Hanno l’autorità, gli strumenti e la capacità di attuare le politiche appropriate per affrontare questa crisi”. Vuol dire attuazione del Pnrr. Ma non solo. “Occorre completare l’unione del mercato dei capitali”.
In nome della stabilità dei prezzi e della competitività occorre “procedere” verso un mercato davvero unico dei capitali. Serve a prescindere dalla crisi climatica, ricorda la presidente della Bce. Serve per mettere a terra l’agenda digitale e sostenibile incardinata nel Green Deal europeo. “Non sarà possibile colmare con fondi pubblici il gap di investimenti da 260 miliardi di euro aggiuntivi l’anno per la transizione verde e i 125 miliardi aggiuntivi l’anno per la transizione digitale”.