Bruxelles – A due anni dall’intesa siglata tra la Commissione Europea e Bill Gates, alla Cop28 di Dubai sono stati messi a terra i primi finanziamenti del partenariato Ue-Catalyst sulle tecnologie verdi. Energy Dome, realtà italiana attiva nello stoccaggio dell’energia a lunga durata basata sulla CO2 liquefatta, è uno dei due progetti selezionati, come annunciato oggi (primo dicembre) dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: “Abbiamo unito le forze per dare impulso a progetti ad alto rischio per le imprese, ma ad alto guadagno per l’economia nel suo complesso”.
L’annuncio è arrivato nel corso di un evento a margine della sessione plenaria della Cop28, insieme al fondatore di Breakthrough Energy Catalyst e al presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei), Werner Hoyer. Lanciato nel 2021 con l’accordo per un miliardo di dollari da investire tra 2022 e 2026 in progetti su larga scala per le tecnologie pulite, il partenariato Ue-Catalyst vede ora la sua prima pietra angolare posata per contribuire agli obiettivi climatici dell’Unione Europea in modo tangibile con progetti di green tech basati in Europa. “È più di un programma di investimento, riunisce menti brillanti e innovatori, ingegneri e imprenditori e investitori del settore pubblico e privato”, è stato il commento della numero uno della Commissione.
A beneficiare della prima tranche da 240 milioni di euro (in una combinazione di sovvenzioni e investimenti commerciali ) saranno FlagshipOne di Ørsted e, appunto, Ottana CO2 Battery di Energy Dome, due progetti che secondo le previsioni di Bruxelles “cambieranno le carte in tavola nel settore delle tecnologie pulite e aiuteranno l’Ue a raggiungere i suoi obiettivi climatici per il 2030”. Più nello specifico, Energy Dome (con sede a Milano) ha sviluppato la batteria a CO2, una tecnologia di stoccaggio dell’energia a lunga durata basata sulla CO2 liquefatta, che può fornire uno stoccaggio per 10 ore o più “e in modo più competitivo rispetto alle batterie agli ioni di litio”. Grazie ai finanziamenti dal partenariato Ue-Catalyst Energy Dome potrà ora costruire il primo impianto dimostrativo su scala reale di stoccaggio dell’energia con batteria a CO2 in Sardegna, a Ottana (Nuoro). Il secondo progetto, FlagshipOne, è situato in Svezia e di proprietà della società energetica danese Ørsted: si tratterà di un impianto pionieristico di produzione di e-metanolo per fornire carburante verde per l’industria navale. Utilizzando la CO2 biogenica catturata e l’idrogeno rinnovabile per la produzione di circa 55 mila tonnellate di e-metanolo all’anno, “diventerà il più grande impianto integrato di produzione di e-metanolo d’Europa”.
Il partenariato Ue-Catalyst punta a fornire un piano di sostegno pubblico-privato alle tecnologie innovative pulite, fornendo le fondamenta finanziarie per accelerare la diffusione di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. L’obiettivo specifico è quello di ridurre il ‘premio verde’ di questi progetti, vale a dire portare i loro costi a un livello competitivo rispetto ai combustibili fossili. Breakthrough Energy Catalyst mobilita capitali privati equivalenti e sovvenzioni filantropiche, mentre i finanziamenti a livello comunitario provengono dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe e dal Fondo per l’innovazione nell’ambito di InvestEu. Per questi stanziamenti è incaricata la Banca europea per gli investimenti che, in qualità di partner attuativo della Commissione nell’ambito di InvestEu, metterà a terra fino a 420 milioni di euro (200 milioni stanziati da Horizon Europe e 220 milioni dal Fondo per l’innovazione). Il partenariato non esclude potenziali contributi aggiuntivi da parte degli Stati membri Ue “o di altri partner privati che decidano di sostenere ulteriormente i progetti”, specifica l’esecutivo comunitario.